È iniziato con una ‘crono’
domenica scorsa a Vaduz e si chiude oggi a Villars-sur-Ollon (con partenza da
Aigle, sede UCI e del velodromo che diventerà ‘orfano’ dei nostri corridori,
intesi come ticinesi visto che presto ne avranno uno in casa propria) di nuovo
con una prova (di 15.7 km) contro il tempo il Giro che tappa dopo tappa si ha
vissuto di brillantezza grazie alla corazzata UAE. Anche ieri nella famosa
località di villeggiatura, nonché ‘teatro’ di coppa del Mondo di sci, si sono
presentati soli soletti Adam Yates e Joao Almeida. Contrariamente a quanto si
era verificato a Carì e a Blatten Belalp non si è però trattato di un arrivo
‘tirato’. Maglia gialla e secondo della generale si sono accordati per un
finale da ‘Qua la mano’… Non c’entra nulla, ovvio, il famoso film con
Celentanto e Montesano il pretesto, nostro, è per arrivare al personaggio
intervistato in Leventina dall’inviata della RSI, Serena Bergomi: nientepopodimeno,
per dirla con il Mario Riva de ‘Il Musichiere’ (gioco musicale sul finire degli
anni Cinquanta che spopolava nelle nostre case come il ‘Lascia o raddoppia’ di
Mike) Cristiano Malgioglio reduce dal ‘chiambrettano’ “Donne sull’orlo di una
crisi di nervi” di facile memoria cinematografica (Almodovar). Un autentico
scoop della brava Serena, con il merito di avere arricchito con una nota di
colore la diretta televisiva che però ieri è di nuovo rimasta incompleta, cioè
mancante di podi (non solo quelli a gogò del probabile vincitore del giro) e di
interviste (chissà che non si possa fare rientrare dalla Germania Nicolò
Casolini, ‘mattatore’ indiscusso di ‘appetitosi’ dopo-partita…). Comunque la si
giri, scusate il gioco di parole, attorno al Giro quest’anno non c’è stato
quell’entusiasmo che si verificava in passato sulle strade e al traguardo.
Anche a Carì, dove si attendeva il pubblico delle grandi occasioni (forse non è
più una ‘grande occasione’ un arrivo di tappa?) c’era molta meno gente di
quanto si prevedeva (Fabio Schnellmann, presidente di Ticino Cycling dixit). “Giorno
di festa e di grande visibilità” (Gabriele Gendotti, ex Consigliere di
Stato), d’accordo, ma in altri tempi la rispondenza – anche e soprattutto al
sud delle Alpi – era ben diversa. Nei suoi ‘asterischi’ Aldo Sartori, già capo
I.P., soleva citare gli “oltre diecimila spettatori a vedere Hugo Koblet tagliare
il traguardo allo stadio Comunale di Bellinzona negli anni Cinquanta, ancora
più numerosi nei Quaranta a festeggiare i trionfi di Gino Bartali”.
Altri tempi, decisamente. Probabilmente non c’erano di mezzo gli Europei di calcio… Lasciamoci comunque stupire, non tanto dal pubblico quanto dal ‘verdetto’ odierno: Yates o Almeida, sarà veramente un duello tra ‘amici per la pelle’?
Altri tempi, decisamente. Probabilmente non c’erano di mezzo gli Europei di calcio… Lasciamoci comunque stupire, non tanto dal pubblico quanto dal ‘verdetto’ odierno: Yates o Almeida, sarà veramente un duello tra ‘amici per la pelle’?
(Foto Keystone)