EURO2024
Le ambizioni dell'Italia
Spalletti indica la strada e gli Azzurri sono pronti a seguirlo
Pubblicato il 16.06.2024 10:00
di Angelo Lungo
Altro che Festival di Sanremo, la Nazionale italiana mantiene intatta tutta la sua popolarità. Oltre 12 milioni di tifosi, della prima e dell'ultima ora, hanno seguito il suo debutto. La passione per gli Azzurri è ecumenica, va da Nord a Sud, oltrepassa le divisioni e le idiosincrasie proposte dal Campionato. L'inno cantato a squarciagola dai giocatori è emblematico: serve a rammentare al Paese che si può essere uniti e coesi, tutti assieme sotto il tricolore. È acclarato: il calcio è la continuazione dell'identità nazionale con altri mezzi. Nell'epoca dello società dello spettacolo, quella dove prevale l'immagine, quella dove le persone sono diventate spettatori, serve un uomo al comando. Costui svetta per carisma, motivazione e deve indicare la strada da percorrere, poiché sostiene di conoscere il percorso. L'Italia si è affidata e consegnata a Spalletti. Il toscano ha spalle larghe, il suo ruolo lo esercita astutamente. E la battuta di spirito non gli manca, dopo la vittoria contro l'Albania ha commentato: “Tre punti e tante belle cose, ma abbiamo sempre la bischerata in canna”. La stampa sportiva, e non solo, è soddisfatta. Gli azzurri sono piaciuti, nonostante il risultato sia stato in bilico sino alla fine. I Mondiali mancati rammentano che bisogna risalire, e che le ambizioni dipendono anche dal rendimento delle vere favorite. L'idea tattica è stata quella di costruire dal basso, tenere il possesso della palla, palleggiare, stesso sistema adottato dai tedeschi. Bando al passato: difesa ermetica e ripartenze, quest'ultimo sarebbe il vecchio e caro contropiede, ma chi osa adoperare questo termine è, eufemisticamente, vituperato, considerato un cavernicolo. L'Italia si aggrappa a Barella. Sono lontani i tempi di Baggio, Totti e via dicendo. L'obiettivo è superare il girone. Il resto si vedrà, nelle partite secche tutto può succedere. La storia insegna: saranno pure in declino, ma poi gli italiani bisogna sempre batterli.