L’incalzante ‘duello’ tra
Adam Yates e Joao Almeida ha chiuso l’edizione 2024 del nostro Giro che ha
avuto per tema un monologo a due che ne ha scemato un po’ l’interesse. Anche a
Villars-sur-Ollon doppia vittoria UAE. Repetita iuvant? In giallo (come nelle
previsioni di tanti, forse troppi, giorni) Yates, successo di tappa di Almeida.
Tutto dejà vu e revu. Nessun svizzero nei primi dieci, né su un fronte (ordine
d’arrivo) né sull’altro (classifica generale con il danese Mattias Skjelmose,
vincitore della passata edizione, a fare da terzo incomodo ai due brillanti
prim’attori).
Andando indietro di una
cinquantina di anni (è stato questo il tema di tutta la settimana), nei nostri
archivi cartacei leggiamo su ‘Lo Sport ticinese’ che “il trentaduesimo Giro
è partito con molte speranze e tante novità. Un Giro molto diverso dagli altri
che lo hanno preceduto perché il general manager Sepp Vögeli (1922-1992,
figura ‘monumentale’ della nostra corsa che a metà anni Sessanta stava colando
a picco, come riferiscono le cronache di allora), ha creduto opportuno
uscire da certi binari obbligati aggiungendo due giornate di gara per un
totale di 11 tappe, di cui due a cronometro”.
Il settimanale fungeva
praticamente da ‘portavoce’ della manifestazione, con il supporto di
un’edizione speciale denominata ‘Il Giro’, giornale di 4 pagine recanti
commenti, risultati, aneddoti e rubriche varie (‘L’uomo del giorno’, ‘A ruota
libera’, ‘Asterischi’, la ‘Fotocronaca Ovomaltine’) arricchite da articoli di
Orio Vergani, Enrico Talamona, Vinicio Salati, Carlo Castelli, Giovanni
Regazzoni e dalle poesie di Sergio Maspoli.
Ma anche chi seguiva le fasi
dal vivo, o da casa, poteva aggiornarsi sugli sviluppi di tappa. Alla nostra
radio ogni ora venivano diffusi ‘Telegrammi dal giro’ preceduti dal simpatico
motivetto ‘Corri corri, corridor’, da Radio-Tour della Burrus-Parisienne (altri
tempi!), vettura dotata di altoparlanti e stazioni trasmittenti, giungevano
notizie da ogni chilometro. Al microfono la voce inconfondibile di Vico Rigassi
(1905-1983) mentre al traguardo delle tappe Campari a informare e intrattenere
gli spettatori c’era Daniele Franscella.
Tornando al ‘Giro’, il
giornale veniva portato sino ad Airolo da un’automobile Fiat, nel Locarnese con
una Alfa Romeo mentre nel Sottoceneri arrivava dall’elicottero…
Intanto il glorioso foglio
rosa, che il lunedì andava a ruba nelle edicole (oltre agli avvenimenti
sportivi nazionali e internazionali, riportava le cronache di tutte le partite
di divisione nazionale, di prima divisione e dei minori), era sul punto di chiudere
i battenti. “Cedere il passo non significa morire”, intitolava il suo
editoriale Gianni Grassi. Difatti sei mesi dopo lo stesso editore era felice di
annunciare: “Amici sportivi, il ‘foglio rosa’ è ancora il vostro giornale,
sono generosamente fiducioso”. Un momento interessante, ne parleremo.
(Il vincitore del TdS Adam Yates, nella foto Keystone)