EUROPEO2024
Le discusse scelte di Yakin
Dopo il pareggio contro la Scozia, ci si interroga su cosa non è andato
Pubblicato il 20.06.2024 21:25
di L.S.
Ha ragione Kubi, che a Fuorigioco lo ha detto senza peli sulla lingua: se non siamo in grado di gestire una partita contro una nazionale come quella scozzese, allora dobbiamo mettere in dubbio la nostra personalità.
Proprio così, la Svizzera ieri sera è parsa in balìa delle onde. Questa volta Yakin, idolatrato e descritto come un mago per aver schierato Duah e Aebischer contro l’Ungheria, ha toppato. Può succedere, ma non dovrebbe.
Almeno due le critiche che si possono muovere al tecnico rossocrociato: la prima è legata alla mancata conferma dell’undici titolare che aveva giocato bene (almeno per un’ora) contro l’Ungheria. La seconda è il modo in cui la sua squadra ha affrontato l’impegno, soffrendo le pene dell’inferno contro una Scozia modesta ma che, rispetto alla gara d’esordio contro la Germania, ci ha messo tanto vigore. i rossocrociati, invece, sono sembrati impreparati alla battaglia.
Yakin lo sapeva, aveva avvisato tutti alla vigilia della partita: “Gli scozzesi non saranno quelli visti all’esordio. Sappiamo che faranno un altro tipo di gara e che tireranno fuori l’orgoglio”.
Detto, fatto, è stato proprio così. E noi? Siamo rimasti sorpresi, increduli e senza armi davanti alla furia avversaria.
Poi Yakin, da uomo (anche) fortunato, ha trovato nel gol di Shaqiri un’àncora di salvezza: la sua scelta, tutto sommato, è stata ripagata da un gol bello e pesante, ancorché favorito da un clamoroso errore della difesa avversaria.
Ma il nostro tecnico ha rischiato per niente, non c’era nessun motivo per non ripresentare la squadra dell’esordio. Qualcuno dirà che ha avuto i cosiddetti attributi, che ha fatto di testa sua cercando delle soluzioni diverse, addirittura spiazzanti.
È vero, lo ha fatto, a suo rischio e pericolo. E dopo prestazioni del genere, è naturale che possano piovere anche delle critiche.
Per fortuna siamo praticamente agli ottavi e c’è ancora tutto il tempo per correggere ciò che non è andato bene. Speriamo.     
(Keystone)