CALCIO: BELLINZONA IN CRISI, PARLA JEMMI
"Non sono sorpreso della situazione del Bellinzona"
Valerio Jemmi torna sul suo esonero e fa una critica a giocatori e società
Pubblicato il 04.05.2021 03:39
di Luca Sciarini
Nel settembre scorso, dopo 4 punti in 4 partite, Valerio Jemmi fu esonerato. Al suo posto subentrò Davide Morandi, attualmente sulla panchina granata con il compito di salvare la squadra.
Incredibile ma vero, a sei giornate dalla fine del nuovo girone contro la retrocessione, il Bellinzona è sull'orlo del baratro. Solo due i punti di vantaggio sul Koeniz che occupa il penultimo posto, sinonimo di retrocessione.
Una stagione disgraziata per i granata che erano partiti per vivere un campionato da protagonisti, per lottare per la promozione e invece la squadra, tra qualche infortunio e delle prestazioni non sempre all'altezza, resta in costante affanno.
Valerio Jemmi, sempre sotto contratto con la società del presidente Righetti fino a giugno, non è sorpreso delle difficoltà della squadra.
"Mi spiace vedere il Bellinzona in questa situazione ma non ne sono sorpreso. Si vedeva che sarebbe stata una stagione ricca di insidie. I giocatori sono più o meno gli stessi che avevo io e si vedeva che la squadra faceva fatica".
Eppure a livello di nomi la rosa non è così male, no?
"Certo, i nomi sono buoni, si tratta di giocatori che hanno una discreta carriera alle spalle. Purtroppo però è l'atteggiamento che non funziona, mancano quell'impegno e quella serietà che una categoria del genere richiede. Così come la maglia del Bellinzona".
Chi l'ha delusa di più?
"Mi sarei aspettato molto di più da quel gruppo di non professionisti, in gran parte ticinesi, che comandavano all'interno dello spogliatoio. Avrebbero dovuto fungere da esempio e invece non si sono mai allenati con la intensità e la mentalità necessarie. A differenza di quei giocatori professionisti che si sono sempre allenati molto bene".
E la dirigenza in tutto questo che ruolo ha avuto?
"Purtroppo hanno legittimato simili comportamenti, rendendo difficile lavorare in quelle condizioni. E si sa che se la società non appoggia pienamente il lavoro del tecnico, i giocatori prendono forza e tutto si complica terribilmente. L'unico che mi ha dato una mano e che era al corrente dei problemi che avevo era Bentancur, a cui devo un grande grazie".
A inizio stagione le attese erano altre o sbaglio?
"Le aspettative erano troppo alte, purtroppo lo si è capito con il tempo. Si è visto che quei giocatori che hanno fatto una bella carriera non avevano più la fame per competere a questi livelli".
Lei è stato anche per dieci anni responsabile del settore giovanile granata e conosce molto bene la piazza: cosa dicono i tifosi del Bellinzona in questo periodo?
"Parlo tutti i giorni con tantissimi tifosi, che sono preoccupati e frastornati. Anche il covid, che li ha obbligati a restare lontano dalla squadra, non ne ha facilitato il rapporto. Ora però tutti devono stare vicino alla squadra, perchè la cosa più importante è salvare la categoria. E da tifoso granata è la cosa che mi auguro".