EURO2024
Nessuno tocchi l'arbitro
Europeo, come stanno fischiando i direttori di gara
Pubblicato il 27.06.2024 06:12
di Gabriele Lombardi
Come stanno andando gli arbitri agli Europei? I diciotto fischietti chiamati dalla UEFA a dirigere in Germania a Euro 24 nel complesso hanno dimostrato carattere e buone capacità decisionali. Si sa che le polemiche attorno alle decisioni arbitrali, comunque, saranno destinate a continuare, nonostante l’avvento della tecnologia, entrata ormai a far parte di diritto del gioco del calcio. Certo, si sono ridotti gli errori grossolani e macroscopici ma gli scettici continuano ad alimentare le loro discussioni anche sulle questioni puramente oggettive. Un esempio? Il fuorigioco semiautomatico. Vargas aveva segnato contro la Germania trovandosi mezza figura oltre la linea del penultimo difendente, al turco Yildiz contro la Georgia l’urlo del gol era rimasto strozzato in gola per una questione di millimetri. Giusto così, o forse sarebbe il caso di sanzionare solo chi si trova con l’intera figura in fuorigioco? Altra questione riguarda le proteste. Rosetti ha espresso il suo nobile motivo riguardo alle ammonizioni dei giocatori che protestano e che non indossano la fascia da capitano: “Lo facciamo per le prossime generazioni. Non lo facciamo per gli arbitri, ma per il calcio e l'immagine del gioco, per i giovani calciatori e per i giovani arbitri”. Sicuramente siamo sulla buona strada. Ma il dibattito più acceso riguarda, naturalmente, il Var. La famosa frase che sentiamo spesso è: “Ma perché non chiamano l’arbitro al monitor?” o ancora: “Andrebbe cambiato il protocollo del VAR”. Quello che è evidente è che il calcio non è una scienza esatta. Ci saranno sempre episodi diversi l’uno dall’altro. Situazioni “grigie” e controverse, che nonostante la moviola post-partita, sono destinate a rimanere tali, impossibili da uniformare e oggettivare per mettere d’accordo tutti. Il fattore umano, talvolta, gioca brutti scherzi. Gli arbitri come noi sono dotati di pensiero critico e di intelletto, possiedono capacità di giudizio e anche facoltà di sbagliare. Anche seduti davanti a un monitor, in tutta tranquillità. Chiaramente la differenza di pressione psicologica tra chi corre in campo e chi analizza le immagini in un setting protetto è totalmente differente. Dovremmo, dunque, dare ai “Varisti” la decisione finale del campo dopo una revisione VAR? Potrebbe essere una soluzione. Infine, l’affermazione che ha esternato il CT della Scozia è degna di nota. Clarke, dopo aver perso ai danni dell’Ungheria, a causa di un rigore non concesso, ha dato la colpa all’arbitro argentino Facundo Tello: “Perché non c’era un arbitro europeo? Probabilmente non capiva la lingua”. La UEFA da anni collabora con la CONMEBOL, al fine di aumentare la qualità tecnica del gruppo arbitri per le manifestazioni internazionali. Tello, classe '82, ha una personalità forte e un carattere severo, basti pensare ai dieci cartellini rossi sventolati nel trofeo de campeones del 2022 tra Boca Juniors e Racing Club. Non si sarà lasciato certo intimidire da una dichiarazione del genere. È noto: meno si sente parlare di arbitri a fine partita, meglio è andato il loro operato. Ma è divertente e consolatorio: trovare il capro espiatorio.
(Foto Keystone)