“Non andremo in Germania per fare
shopping o turismo. Andremo con delle ambizioni”. Aveva esordito così il tecnico della
Georgia Willy Sagnol alla vigilia degli europei. Parliamoci chiaro, nessuno avrebbe
immaginato una Georgia agli ottavi del torneo. Per loro, anche la qualificazione era stata
un fatto insperato, dove incredibilmente dopo 120’ minuti di partita e calci di rigore
annessi, avevano fatto fuori la Grecia nel playoff decisivo per Euro 24. Forse è così che doveva
andare. Gli Dei del calcio hanno voluto questo. La Georgia ha battuto un colpo: “Ehi,
esisto anche io!”. Un paese, nel quale tensioni e interessi politici fanno da sfondo a
una realtà ben poco idilliaca. Motivi, probabilmente, per il quale ancora oggi non fa parte
dell’Unione Europea. Si è presa una bella rivincita, la Georgia.
Il miracolo è riuscito alla perfezione. The Georgian dream, lo
chiamerebbero da qualche parte oltreoceano. Raggiungendo gli ottavi
di finale è riuscita oltremodo a superare le aspettative, gettando
il cuore oltre l’ostacolo. Quel cuore, che ogni singolo giocatore
ha messo in campo durante le tre partite del girone. Certo, la
fortuna aiuta gli audaci si sa. Quello che hanno espresso Kvara e compagni, è stato un calcio a tratti
ingenuo, ma soprattutto grintoso e divertente. Tralasciando moralismi
e analisi tecnico-tattiche, la gara con la Turchia, per esempio, è
stata certamente una delle partite più piacevoli da guardare fino
adesso. I numeri e le statistiche del collettivo però sono
impietosi: terz’ultima per possesso palla, ultima per tiri subiti e
tiri in porta, tra le peggiori per le occasioni create. I singoli
invece possono essere decisivi. Affidandosi a loro, la squadra, ha
mostrato uno spirito gagliardo e spregiudicato, condito da sprazzi di
sicurezza e carattere forte. Le loro armi migliori. Hanno fatto la differenza 3 giocatori, unici e speciali nel loro genere. Mamardashvili è stato letteralmente una saracinesca, con le
sue 21 parate ha staccato di 8 qualunque suo altro collega: solido. Mikautadze è il goleador
indiscusso e capocannoniere del torneo con 3 goal e 1 assist:
sorprendente. Kvaratskhelia è stato il vero trascinatore, sia per
l’impatto che il suo ruolo ha, sia per la qualità delle sue
giocate e dei suoi duelli nell’uno contro uno: stacanovista. Il
calcio vero ha il potere di fondere i popoli. Il tifo scalda i cuori
e unisce la gente. La Georgia fa certamente sognare.
(foto Keystone)