EUROPEO2024
Ciclismo tra realtà e leggenda
Replay sul Tour del 1951 con Giovanni Rossi in maglia gialla
Pubblicato il 29.06.2024 06:41
di Enrico Lafranchi
Il Tour de France per noi ticinesi quell’anno era rimasto a lungo legato più alla vittoria di Giovanni Rossi nella prima tappa, che non al trionfo finale di Hugo Koblet che aveva staccato il secondo classificato (Raphaël Geminiani) di oltre venti minuti, per non dire della mezzora incassata da Gino Bartali e gli oltre 45 minuti inflitti al Campionissimo.
Abbiamo già avuto modo di ricordare l’exploit del corridore di Ponte Tresa (Svizzera) che in maglia gialla, aveva avuto tanti anni dopo, addirittura 51, (qui è un gioco di numeri, non di parole…), ovvero nel 2002, un degno successore in Rubens Bertogliati che la maglia l’aveva indossata in due tappe.
Quella di Rossi passò per una “storica impresa” (Sport di Zurigo), Vico Rigassi ne tracciò il ritratto di “un atleta sorretto da una tenacia invidiabile”, Jeannot, come era soprannominato, fu riconosciuto “un eroe popolare” (Lo Sport Ticinese). Dulcis in fundo Alberto Barberis ne aveva elogiato la sua “indomita volontà: un atleta spavaldamente battagliero”. Illustrando il Giro di Francia nella ricchezza di personaggi e imprese (100 anni di mitica storia) nel suo bellissimo libro, il noto giornalista e scrittore transalpino Pascal Sergent a proposito del ‘pédaleur de charme’, disse: “Koblet ha illuminato della sua classe il Tour 1951: cinque vittorie di tappa e una agilità rara a questi livelli. Il campione svizzero coniugava perfettamente classe ed eleganza”.
Tornando a Jeannot, il figlio Bernardino (nella foto con papi Giovanni) è piacevolmente sorpreso che l’impresa di suo padre sia entrata a caratteri d’oro negli annali del nostro ciclismo ed è orgoglioso di conservare questo storico cimelio: “Penso che per chi ha corso e corre il Giro di Francia indossare la maglia gialla sia una gioia enorme, un sogno”.
Il Tour che parte oggi da Firenze sfodererà certamente il suo fascino attraverso i nuovi campioni. Sarà per davvero, come indicano i pronostici degli ‘esperti’, un duello tra il danese Vingegaard (che torna in sella dopo la paurosa caduta al Giro dei Paesi Baschi), vincitore delle ultime due edizioni, e lo sloveno Pogacar (fresco di covid), associato al profilo di ‘marziano’ e ‘cannibale’ (vedi Giro d’Italia)? Lasciamoci stupire (anche dagli outsider)!