Come
rovinare una partita. L'arbitro Anthony Taylor si è messo di impegno
e ci è riuscito. Invece di parlare di un incontro bello ed
emozionante, si discute della sua direzione di gara: 14 ammonizioni e
un'espulsione; Kroos graziato; un rigore, apparso netto, non
fischiato a favore dei tedeschi. L'inglese è uscito dallo stadio
scortato dalla polizia. Due stagioni fa, dopo la finale di Europa
League Roma Siviglia, Mourinho, gli disse che “era un disastro”.
I giornali tedeschi sono andati all'attacco e sono furiosi. Sandro
Wagner, vice di Nagelsmann, ha fatto irruzione nel suo spogliatoio e
ha protestato con veemenza. I media spagnoli lo difendono. Il
classico caso dove alibi e ragioni si confondono. Gli arbitri sono
una corporazione, che fa della riservatezza e della segretezza i suoi
pilastri. Sono tetragoni a ogni forma di dibattito, si sentono
detentori di una sorta di ortodossia del gioco, che non può essere
messa in discussione. Parlano quando vogliono e non intendono dare
spiegazioni del loro operato, si giudicano, promuovono tra di loro.
Nelle manifestazioni internazionali molto designazioni sono
politiche. Montano e smontano il regolamento, lo interpretano a loro
modo e molto spesso senza coerenza. Perché? Si fanno forza su un
vecchio assioma: il giudizio dell'arbitro è insindacabile, lo scopo precipuo è quello mantenere la discrezionalità. In merito al rigore non fischiato, la
motivazione trapelata è quella che: il braccio era vicino al lato;
puntava verso il basso/verticalmente; era in una posizione dietro la
linea del corpo. E il Var? L'arbitro olandese Danny Makkelie, dopo
Italia-Croazia, è stato mandato a casa. Non aveva visto il fallo da
rigore di Frattesi. Rosetti, il designatore Uefa, aveva spiegato:
“Intervento Var perfetto, preferiamo che siano gli arbitri a
vedere in campo certe situazioni”. Chiaro chi è contro la
tecnologia e chi non la voglia di applicarla con costrutto e precisione. Regolamenti che cambiano,
protocollo Var farraginoso e poco chiaro. L'obiettivo è evidente:
continuare a interpretare, senza essere controllati.
(Foto Keystone)