Lewis
Hamilton è tornato a vincere, per la 104sima volta in carriera: il 7
volte campione del mondo non ci riusciva dal dicembre 2021 e, dopo la
vittoria di George Russel la settimana scorsa in Spagna (questa volta
il britannico è stato invece tradito dalla propria monoposto), ha
confermato la crescita delle Frecce d'argento, che sembrerebbero aver
finalmente risolto i propri problemi di messa a punto. Certo:
Verstappen, giunto al secondo posto, continua a macinare punti
pesantissimi in ottica titolo. Tuttavia, considerando le prestazioni
non certo memorabili del compagno di squadra Checo Pérez, il titolo
costruttori appare alla portata di una delle scuderie inseguitrici,
al netto del fatto che tornare ad assistere a un po' di lotta
per il gradino più alto del podio è decisamente un bel vedere. La
Mc Laren continua a fare bene, con due piloti giovani e impertinente,
che rappresentano, assieme all'Olandese volante e a George Russel,
il futuro di questo sport. Tutto bene? Nì. Perché, come avrà
notato l'attento lettore, manca un nome all'elenco. La Ferrari, per
ora, non è in grado di vedere la luce in fondo al tunnel. Unica
consolazione per il ferrarista più ottimista (perdonateci il gioco
di parole...) è constatare che Lewis Hamilton è ancora capace di
vincere, e che porterà questa attitudine a Maranello. Ciò che è
oggettivo, in questo duro inizio d'estate per il Cavallino, è che,
sinora, i famosi miglioramenti non hanno portato un aumento di
competitività per un team che, ormai, non ha più davanti solo la
Red Bull. Quando poi le cose si complicano, come in questa domenica
inglese, il muretto improvvisa e fallisce, come accaduto sui tempi e
modi del cambio gomme per Charles Leclerc: vederlo doppiato ha fatto
davvero male. Insomma, la sensazione è che il tanto decantato cambio
di marcia, dopo l'addio di Binotto, non si veda. Certo, i tempi sono
cambiati: nel secolo scorso, a Maranello, dopo una domenica del
genere, si sarebbero sentite le scosse di terremoto fino in piazza
della chiesa, provocate dalle urla del Commendatore. Nostro padre, ai
tempi, non prendeva mai appuntamenti in Ferrari di lunedì, perlomeno
durante la stagione di corse: e non lo faceva per caso.
(Foto Keystone)