Gli
inglesi sono in semifinale senza grandi meriti, ci sono arrivati per
inerzia e senza convincere nessuno. Lo hanno fatto con un gioco
sonnolento e prevedibile. Southgate si è iscritto alla lunga fila
dei 'risultatisti'. Ha potuto contare sulle giocate dei singoli e
sugli episodi. Tutto sta andando bene. Contro la Svizzera i 'leoni'
sono stati salvati: da un tiro di Bukayo Saka; dalla bottiglia di
Jordan Pickford; dall'errore di Manuel Akanij. Gli astri sembrano
propizi. Una delle delusioni della squadra è Phil Foden. La sua
stagione è stata eccezionale, quasi straordinaria, raccontata da 27
gol segnati e 11 assist. In Premier non hanno avuto dubbi: è stato
lui il migliore. Ma agli Europei lo splendore di Phil è svanito,
evaporato. Il tocco magico non sembra esserci più. Le sue
prestazioni si sono inserite nella casella dell'ordinario e della
normalità. Eppure tutti si aspettano qualcosa quando ha il pallone
tra i piedi, lo sa gestire, lo sa condurre. Ha un mancino
straordinario, delicato quando tocca il pallone, mortifero quando
scocca un tiro. In Patria sostengono che il suo scarso rendimento
dipenda dalle scelte di Southgate. Lui spiega: “Sono un po'
frustrato, non mentirò. Ma voglio essere decisivo. E dimostrare
perché sono stato il migliore della Premier”. Il problema
tattico è la scarsa sintonia con Bellingham, i due dovrebbero fare
sfracelli, ma non paiono essere compatibili. “Nel City mi muovo
centralmente. Segno di più e ho un impatto importante sulla partita.
Non sono d'accordo sul fatto che io non possa giocare a fianco di
Jude”. Ora arriva l'Olanda e Foden promette di sfoderare in
maniera decisiva il suo sinistro.
(Foto Keystone)