CALCIO
Yakin adesso batte cassa
Il selezionatore rossocrociato va o resta? La Federazione è in una posizione difficile
Pubblicato il 10.07.2024 07:59
di Red.
Questo Europeo gli ha dato forza. Sia a livello di immagine, di credibilità e... contrattuale. 
Scaduto il 30 giugno il suo contratto, il selezionatore della nostra nazionale sta cercando un accordo per continuare a sedere in panchina.
Nonostante le parole di Pier Tami, che aveva detto di voler confermare in toto lo staff, la cosa, come scrive anche il Blick, non è così scontata.
Ieri avevamo detto dell'interessamento che arriva dall'Arabia Saudita, ma il vero problema, in questo momento, è un altro.
Se la nostra federazione (ASF) vorrà tenersi stretto Yakin, dovrà fare delle concessioni. Su tanti livelli.
Tutto nasce dai colloqui della scorsa primavera che non avevano dato i frutti sperati: in quel caso non si arrivò al prolungamento del contratto.
Tami, in fondo, sapeva quello che sarebbe potuto accadere: "Se Yakin avrà successo agli Europei, per l'associazione la questione diventerà cara", aveva detto il responsabile delle squadre nazionali.
Il presidente dell'ASF Dominique Blanc, prima dell'inizio dell'Europe,o disse: "Conosciamo i nostri limiti finanziari e li conoscono anche i nostri interlocutori".
Tutto vero, ma adesso Yakin si può sedere al tavolo delle trattative con un'altra forza. E in federazione, lo sanno. 
Finora Yakin guadagnava circa 750.000 franchi (più bonus) all'anno. Ora, ovviamente, vuole molto di più. Forse un po' risentito dalla decisione dell'ASF di non rinnovargli prima il contratto (dopo il Mondiale in Qatar o la qualificazione per l'Euro), ora Yakin va dritto per la sua strada. Con 1,2 milioni di euro all'anno (più i bonus), si avvicinerebbe a quanto percepiva Ottmar Hitzfeld una decina di anni or sono. Cifre molto lontane comunque da quelle che intascava Petkovic negli ultimi suoi due anni di contratto: circa tre milioni di franchi!
Yakin, si dice, potrebbe accettare anche uno stipendio più basso, a patto che si estenda il suo contratto fino al 2028. Cosa oggettivamente difficile, sapendo o che il presidente Blanc si dimetterà nel 2025 e che Tami dovrebbe ritirarsi dopo la Coppa del mondo del 2026.
Ma non è solo Yakin a essere in gioco in questa trattativa. C'è anche anche Giorgio Contini, l'assistente che Yakin ha voluto e di cui parla benissimo. Tanto da fargli dire: "Avanti solo con Contini". 
Contini non ha mai nascosto di voler tornare a fare l'allenatore di un club a medio termine, anche se prima dell'Europeo aveva lasciato intendere che, a certe condizioni, sarebbe potuto restare. Anche qui, i soldi potrebbero fare la differenza. O forse, chissà, Contini si accontenterebbe di una clausola di uscita: insomma, dovesse arrivare un club, vorrebbe essere libero di andarsene.   
Yakin aveva sottolineato più volte nelle ultime settimane che la fiducia è importante per lui, sapendo molto bene che lo scorso autunno non tutti nell'associazione lo avevano appoggiato e che, come scrive ancora il Blick, lo stesso Tami lo aveva pubblicamente messo in minoranza.
D'altra parte però il tecnico sa che la vita di un selezionatore è meno stressante di quella di un allenatore di club e che la sua famiglia vorrebbe continuare a vivere come ha fatto finora. E soprattutto dove lo ha fatto finora, ossia dalle parti di Zurigo.
Ultimo aspetto: dopo i problemi avuti lo scorso anno, ora Yakin è amato dallo spogliatoio e sostenuto da capitan Xhaka, l'uomo più importante di questa nazionale. E calcolando il potenziale che ha la nostra nazionale in vista del Mondiale del 2026, sarebbe rischioso compromettere l'equilibrio di un gruppo che sta facendo molto bene.
Ora la palla passa in mano all'ASF. La trattativa non si preannuncia semplice.
(Foto Keystone)