Tennis
Il rovescio di Musetti
Wimbledon sancisce che Alcaraz è troppo forte
Pubblicato il 13.07.2024 05:54
di Angelo Lungo
Wimbledon è... Bianco, come sono le magliette dei giocatori. Il colore del nitore. Il candore che rimanda all'inizio. Quando tutto comincia. È solo all'apparenza assenza. Non indica il niente ma il tutto. La purezza del gesto e della postura. Un ritmo delicato. Una sorta di lentezza esistenziale. Non si corre, si incede lentamente. Verde, quello che rappresenta la natura. Certo nel mondo tutto fluisce e scorre celere. Ma ci sono posti dove vige ancora il silenzio. Il frastuono è depotenziato. Si entra in un luogo per rimanere assorti e in contemplazione. Uno stato naturale delle cose. Erba, nel tennis è una superficie superflua. Appare per un breve periodo dell'anno e poi niente più. Bisogna curarla e assisterla amorevolmente. Ci vuole talento per domarla e non forza. Il rimbalzo può ingannare, è necessario rimanere costantemente presenti a se stessi. Alla fine della seconda settimana è spelacchiata, calpestata dalla gomma dura delle scarpette dei tennisti. Scompare e rimane il terreno grigio. Tradizione, quella che resiste. Richiama il tempo passato, che è ancora saldo. Promette ancora l'orizzonte della gloria. Seduce con una vigoria intatta. Il cambiamento è stato sfidato e battuto. Il rito si rinnova indefessamente anno dopo anno. E mantiene il suo fascino. Il torneo racconta che il migliore è Alcaraz, lo spagnolo non ha rivali, in questo momento le partite le può perdere solo lui. La concorrenza è depotenziata dalla sua tecnica, dal suo bagaglio variegato di colpi, dalla sua forza mentale. Ma il rovescio di Musetti è il gesto più bello, esaltante che si può ammirare su un campo da tennis. L'italiano è un tennista antico. Si muove con eleganza, la postura è raffinata. Barba incolta, divisa bianca, nulla ha potuto contro Djokovic. Ma il suo rovescio vale la pena di vederlo e rivederlo. Vale la pena di aspettare che prima o poi lo sfoderi. Non esiste la perfezione, esiste la bellezza che è estemporanea, esiste la poesia che porta sollievo. Ma di questi tempi la genialità è effimera.
(Foto Keystone)