TENNIS
"Andate via, andate via..."
La giocatrice che allontana lo staff: ma nel tennis ormai succede di tutto
Pubblicato il 13.07.2024 07:39
di L.S.
C’erano una volta gli allenatori di tennis che, seduti nel loro angolino della tribuna, non potevano parlare. Anzi, non potevano comunicare con i propri giocatori. Pena una multa o qualche punto perso per gli atleti che si stavano “sbattendo” sul campo.
Fatta la legge, come capita spesso, fatto l’inganno. Si era arrivati a una comunicazione non verbale, fatta di gesti, di terze persone che intervenivano. Il tutto per cercare di captare un segno, uno sguardo, un messaggio che potesse rinfrancare l’atleta.
Si è deciso così di fare piazza pulita di questa ipocrisia e di consentire che tra giocatore e allenatore/i ci fosse la possibilità di comunicare. Liberamente, senza (quasi) nessun tipo di restrizione.
Si chiama “coaching verbale”: può consistere in poche e brevi parole. In pratica non sono consentite conversazioni. Il regolamento spiega che verranno applicate sanzioni e multe per abuso o uso improprio delle condizioni di coaching.
Sulla carta tutto molto bello, in fondo anche giusto. Succede negli altri sport, dove ci sono lunghe pause e time-out, legittimo che accada anche nel tennis. Insomma, è giusto che gli allenatori non siano degli sconosciuti durante la partita e che non fungano solo da spettatori. Consigli e stimoli devono far parte del gioco.
Peccato però che questa nuova regola abbia aperto le strade a un autentico teatrino.
Vediamo giocatori che si rivolgono costantemente al proprio “angolo”, a volte arrabbiandosi, addirittura insultandolo. Scaricando la propria frustrazione, come se fosse (soltanto) colpa degli allenatori se le cose vanno male.
È come se nel calcio i giocatori se la prendessero platealmente con la propria panchina dopo un tiro sbagliato o un gol incassato. Può capitare, di assistere a qualche reazione esagerata in caso di sostituzione, ma difficilmente in altre situazioni.
Medvedev ne è l’esempio: con gesti plateali se la prende spesso con il suo staff. Ma anche Djokovic, nonostante l’esperienza, si lascia andare a  siparietti poco edificanti. Ultimamente, con i figli in tribuna, si trattiene un po’ di più, preferendo scaricare la rabbia contro il pubblico.
L’esempio più eclatante, in questi giorni, è stato quella della 27.enne lettone Ostapenko, che ha più riprese ha chiesto ai suoi allenatori, increduli, di lasciare la tribuna. Dopo essersi guardati in faccia per qualche game, chiedendosi cosa fare, un paio di loro hanno abbandonato i seggiolini e sono andati via.
Non si sa dove e non si sa per quanto. Chissà se la giocatrice, già vincitrice di un grande slam, sarà stata fiera del proprio comportamento.
(Foto Keystone)