CALCIO
"Mi sono sentito tradito..."
Carlo Burà, presidente del Taverne, si toglie qualche sassolino dalle scarple
Pubblicato il 15.07.2024 13:45
di Enrico Lafranchi
L’opportunità era troppo grande, Carlo Burà deluso dell’atteggiamento di Andrea Lanza, ha chiamato alla guida del Taverne Vittorio Bevilacqua. Un allenatore sconosciuto in Ticino, ma solo per chi non legge la stampa romanda. Il chiassese, che in tempi non così remoti sarebbe venuto a piedi nella città di confine se gli fosse stata data la chance di allenare la squadra del suo cuore (la sua carriera di giocatore è iniziata con la maglia rossoblù), gli è stato consigliato da Damiano Meroni. Il Taverne è una società che considera molto la valorizzazione dei giovani, un obiettivo prioritario nel lungo mandato di Burà. Partito ‘Mero’ alla volta di Chiasso (“Abbiamo perso un signore del pallone, con Damiamo eravamo in sintonia su tutto”) il presidente aveva aperto l’uscio di casa a Lanza (“È stata una scelta mirata, vogliamo continuare la politica iniziata con molta soddisfazione con Meroni, Andrea con i giovani è un maestro”).
Adesso la squadra è passata a Bevilacqua che in Romandia si è guadagnato stima (ha allenato, a più riprese, l’Yverdon e il La Chaux-de-Fonds, da ultimo a Neuchâtel con la U17). In Prima Lega si era distinto anche con il La Sarraz-Eclépens, salvato dalla retrocessione: “Vito c’est un entraîneur qui a assurément marqué notre club” - leggiamo su ‘La Région’. Il DS dei ‘Sarrazins’ ne ha apprezzato il suo modo di lavorare precisando che “il carattere di Vito parla a suo favore”. Un carattere in passato definito “bouillant”, ma negli anni “il ticinese è maturato, sia come uomo che allenatore” – ha commentato lo stesso direttore sportivo.
Bevilacqua per il Taverne è indubbiamente un ‘acquisto straordinario’, speriamo sia anche fortunato in quanto la partenza di Lanza non ha lasciato indifferente Carlo Burà.
Presidente, come l’ha presa quando Andrea le ha detto che sarebbe andato al Collina d’Oro?
“All’inizio mi sono sentito un po’ tradito perché gli avevo spianato la strada dandogli in mano la Prima Lega che era l’unica possibilità in Ticino: il Mendrisio era a posto, idem il Paradiso, del Lugano (U21) non se ne parlava neanche. L’ho sempre lasciato lavorare in pace anche quando ci trovavamo sotto la riga. Fossi stato un altro avrei dato una scossa alla squadra cambiando allenatore, il mantenimento di categoria per noi è prioritario (la squadra navigava sul fondo della classifica, ndr)”.
Che cosa è effettivamente successo?
“Si sono sollevate delle storie… esilaranti secondo cui io avrei avuto contatti con Novoselskiy. Tutte ‘balle’ perché non ci ho mai parlato con lui, neanche cinque secondi. Guarda caso qualche giorno fa sono venuto a sapere che a Novoselskiy del Taverne non gliene importa niente”.
È partito anche Gianpiero Stagno:
“Sì, ma Stagno ha agito correttamente, mi aveva fatto capire che aveva un’offerta del Collina d’Oro. Offerta che noi non potevamo ‘replicare’ non avendone le possibilità finanziarie. Sappiamo tutti chi c’è dietro al Collina… A Gianpiero avevo però detto di lasciare tranquilli i giocatori. Ma nel calcio è tutto opinabile: tutti dicono, poi non se ne fa niente”.
Come è arrivato a Bevilacqua?
“Damiano Meroni, con cui sono sempre in contatto, mi ha inviato un messaggio dicendomi: ce l’ho io l’allenatore che fa per te, Vittorio Bevilacqua torna in Ticino”.
Un’intesa rapida?
“Ci siamo parlati, siamo andati subito d’accordo. È un mister che vanta una buonissima esperienza, ha sempre allenato squadre superiori. I giocatori sono molto contenti”.
Contratto a media o lunga scadenza?
“Nessun contratto, a me basta la parola!”.
 Che cambiamenti prevede?<
“Cambierà un po’ tutto, avremo un nuovo sistema di allenamento. Bevilacqua è un uomo ‘terre a terre’, vede il calcio in modo differente. Sa però come siamo messi noi, quali sono le nostre possibilità. Direi che si è calato immediatamente nella nostra realtà”.
Parliamo comunque di un allenatore ‘sconosciuto’ dalle nostre parti: cosa ne pensa?<
“Uno sconosciuto che però si sta rivelando una persona che ha tanta voglia di fare bene. Ha un ottimo dialogo con i giocatori, siamo tutti felici di averlo con noi”.
Che Taverne vedremo?
“Oltretutto il signor Lanza ci ha portato via sei giocatori. Praticamente ci ha smembrato la squadra. Abbiamo cercato di ricostruirla con dei ragazzini, vediamo dove andremo a finire. Io sono sempre positivo e fiducioso”.
Una squadra, quindi, molto giovane: giocatori della zona o provenienti d’oltre confine?
“Abbiamo ‘pescato’ un po’ di qua e un po’ di là, qualcuno viene dall’Italia, ma ci sono anche ragazzi che arrivano dal Vedeggio, dalla U19. Vogliamo ricreare l’entusiasmo che c’era stato con Meroni, chissà che non riusciamo a fare di nuovo qualcosa di buono”.
Obiettivo salvezza?
“Sì, è importante mantenere la categoria”.
È stato faticoso lo scorso anno.. 
“Un po’, lo devo ammettere. Ci manca sempre un bomber, siamo stati uno dei peggiori attacchi. Però siamo tra le migliori difese di tutti i tre gironi, dietro siamo molto solidi”. 
Il Taverne è stata la sorpresa del Quadrangolare. La squadra, che ha iniziato ad allenarsi pochi giorni fa, ha impressionato per gioco e soprattutto tenuta di ritmo. Ha tenuto testa al Bellinzona, mettendo in seria difficoltà a più riprese l’incerta difesa granata. Si è guadagnata meritatamente la finale, persa contro un Paradiso compatto e già tremendamente in palla. Al Pian Scairolo si è già pronti a partire sul nuovissimo sintetico!