CALCIO
Il Grasshopper è un cantiere aperto
Cosa succede alle cavallette con la proprietà americana? Parla Schällibaum
Pubblicato il 20.07.2024 08:09
di Red.
Il Grasshopper non è più quello di una volta. Quello che lottava per il titolo e spesso lo vinceva. Ora è una squadra che gioca per salvarsi, a immagine dello scorso anno, quando la spuntò all'ultimo minuto contro il Thun in uno spareggio che sarebbe potuto diventare drammatico.
Strano, potrebbe pensare qualcuno, in quanto la proprietà delle cavallette è americana e oltre oceano, alla guida del FC Los Angeles sta facendo molto bene. Meglio dei Chicago Fire di Mansueto e Heitz che invece, in questi tre anni in Ticino, hanno già ottenuto risultati impensabili.
Marco Schällibaum, vecchia conoscenza del calcio ticinese, scende oggi a Cornaredo alla guida di una squadra che sul mercato non si è praticamente rinforzata, eccezion fatta per i due ticinesi Muci (dal Wil, via Lugano) e De Carli (Eintracht Braunschweig). 
Troppo poco per pensare di fare un campionato che non sia di sofferenza.

A Schällibaum il Blick ha chiesto del rapporto con la proprietà americana, cosa che a Zurigo fa molto discutere.
"Non ho un rapporto quotidiano. Non ce n'è bisogno. Stephan Schwarz (DS) e Harald Gärtner (Managing director Europe) sono molto più in contatto. Da loro ricevo le informazioni necessarie su come vedono le cose laggiù al momento".
Come percepisce gli americani?
"Sento il loro sostegno. John Thorington (General manager dei Los Angeles) era presente durante lo spareggio. Per la partita di ritorno a Thun, Stacy Johns (Presidente del GC) è partita da Los Angeles giovedì sera, è atterrata a Zurigo venerdì e poi è andata direttamente a Thun. Non potrei avere prova migliore del fatto che fanno sul serio".
Quanto è felice di poter allenare il suo club preferito?
"Sono molto contento. Ogni mattina, quando arrivo al campus e si apre il cancello, mi trovo in un mondo diverso che mi rende incredibilmente orgoglioso. Anche i giocatori devono vedere che sono molto motivato e che mi piace fare l'allenatore qui".
A causa della sua brutta esperienza con gli americani a Yverdon (cacciato per far posto a Mangiarratti durante la stagione) si è mai detto: “Non lavorerò mai più sotto gli americani”?
"All'inizio può darsi che l'abbia pensato, ma poi ho capito che al GC l'approccio era diverso e che non erano le stesse persone".
La squadra appare, almeno sulla carta, piuttosto debole: preoccupato?
"Ci danno tutti dodicesimi o undicesimi, ma ora sta a noi dimostrare che non è così. Se hai già rischiato di finire in terapia intensiva in passato, devi fare tutto il possibile per non ritrovarti di nuovo in quella situazione. Le persone dimenticano in fretta, ma non si può dimenticare una cosa del genere".
Perché non ci sono stati grossi movimenti di mercato finora?
"Perché vogliamo giocatori che siano un valore aggiunto. I nostri proprietari sono disposti a portarli ma dobbiamo ancora aspettare. Non siamo più il GC di una volta. Questi giocatori sono ancora in attesa di altre opportunità in campionati migliori o preferiscono andare altrove in Svizzera. Dobbiamo lavorare sodo per riconquistare quello status che questo club aveva una volta".
Quindi non la preoccupa il fatto che la squadra sembri ancora un cantiere?
"Dobbiamo avere pazienza, anche se in questa situazione non è facile. Ma non posso andare a piangere ogni mattina nell'ufficio del direttore sportivo e chiedere cosa sta succedendo e quando arriveranno i giocatori. La realtà è che giocheremo le prime partite con questa squadra. Ma ho piena fiducia nei miei giocatori e sono convinto che inizieremo bene".
(Nella foto Keystone, il DS del GC Stephan Schwarz e Marco Schaellibaum, durante la conferenza stampa di due giorni or sono)