Calcio
"Amici sportivi buonasera"
Dove si parla di 90° minuto e si prova una grande e infinita nostalgia
Pubblicato il 20.07.2024 09:00
di Angelo Lungo
Dal 27 settembre 1970 la Domenica degli italiani non sarebbe stata più la stessa, nacque Novantesimo minuto; nel 1976 la grafia diventò 90° minuto. La trasmissione andava in onda a partire dalle 17 e 45, e proponeva le immagini del Campionato, servizi brevi ai limiti del conciso. Gli ideatori del programma furono: Maurizio Barendson; Paolo Valenti; Remo Pascucci. I primi due erano anche i conduttori. Il medium è il messaggio, altroché se il sociologo canadese Marshall McLuhan non avesse ragione. Ma 90° è andato oltre, ha costituito una categoria fondamentale per il calcio italico. Milioni di persone, svariate generazioni lo hanno seguito e lo aspettavano con fervore. Diventò un appuntamento istituzionale; si legittimò in maniera possente; si impose in modo garbato e raffinato; impresse uno stile lieve eppure significativo. Il Paese a quell'ora era pacificato, il parossismo era terminato, la radio aveva concluso da qualche ora le sue cronache. Ameri e Ciotti avevano raccontato le partite con la voce, e i tifosi attendevano spasmodicamente le immagini. Certo che si prova nostalgia. Leopardi sosteneva che la felicità fosse nell'attesa. E forse è proprio così. Ma 90° non deludeva, confermava quello che l'appassionato poteva solo prevedere. La Rai ha deciso: la trasmissione non andrà più in onda la domenica e sarà divisa. È la prevalenza e la vittoria della società dello spettacolo. Il calcio ne è stato travolto. Per vederlo bisogna pagare, gli incontri non sono concomitanti. E 90° all'improvviso è assurto a retaggio malinconico, una pastoia di cui disfarsi, interessa poco al novello spettatore: quello moderno. È ricordato solo da nostalgici. Il tempo non è circolare, ma è una linea retta. E nella nostra epoca scorre veloce, chi rimane indietro non ha capito, non si è integrato abbastanza. Ci si deve aggiornare. De Gregori ci ha avvertito: “Il futuro è una palla di cannone accesa, e noi la stiamo quasi raggiungendo”. Purtroppo.