Ciclismo
Vingegaard sperava di vincere la tappa
Ma Pogacar, in versione cannibale, gli ha succhiato la ruota e poi lo ha battuto in volata
Pubblicato il 21.07.2024 05:47
di Red.
In alto la mano destra e palmo aperto che indicava il numero cinque. È il totale delle sue vittorie di tappa in questo Tour. Nessuna concessione. Lo sloveno vuole stravincere e dimostrare che è il più forte di tutti. Vuole imprimere in maniera indelebile la sua supremazia. Intende schiacciare gli avversari. Nel penultimo giorno della corsa si sono scalate ancora montagne, erano previste tre salite. Il finale fa discutere e apre il dibattito. In testa sono rimasti i soliti noti: Pogacar e Vingegaard, il danese ha tirato senza ricevere cambi. La volata non ha avuto storia, Pogacar non ha avuto nessuna pietà e si è imposto nettamente. La domanda: doveva lasciare la tappa la rivale? Lui non si sente e si percepisce come un cannibale: “cannibale non mi piace, io non sono mica così”. Ma non intende rinunciare a nessuna vittoria. Vuole continue conferme del suo strapotere, specie nei confronti del suo rivale più acerrimo e irriducibile. Mica si è fatto commuovere dalla generosità del suo compagno di fuga, anzi lo ha lasciato guidare la testa: ha succhiato la ruota. Sul traguardo non ha remore a esprimere la sua totale soddisfazione: “Me la sono goduta, non era certo programmata, ma un'altra tappa vinta non è poi così male...”. Ha chiosato: “Oggi Jonas ha dimostrato di essere un guerriero, è davvero andato fortissimo”. Forse voleva aggiungere: ma non più di me. Forse ha pensato: la mia ruota deve essere sempre davanti alla sua. Vingegaard non ha digerito bene il finale: “In un certo senso speravo che Tadej mi lasciasse la tappa, ma non lo biasimo affatto”. Va bene la delusione ma anche l'ammissione: “Al suo posto avrei fatto lo stesso”. Lo sport è l'estensione del dominio della lotta, oltre ogni limite. Ma non sempre.
(Foto Keystone)