CALCIO
Ricordiamoci da dove veniamo...
23 anni fa il Lugano giocava la Champions a Donetsk
Pubblicato il 23.07.2024 08:26
di L.S.
Sono già passati 23 anni. Era il 25 luglio del 2001 quando il Lugano andava a Donetsk per giocarsi il preliminare di Champions League. Non c’era la guerra ma soltanto tanta voglia di giocare a calcio, di divertirsi. Anche in Ucraina, dove in una giornata caldissima i bianconeri vennero battuti 3 a 0.
Una partita difficile che dimostrò la differenza, piuttosto evidente, tra le due formazioni.  
E dire che quel Lugano era tutt’altro che scarso. Anzi. Con elementi come Bastida, Rossi, Gaspoz e Biaggi (Gimenez era già partito per Basilea), aveva appena lottato per vincere il campionato svizzero.
L’allora presidente Helios Jermini, scomparso in circostanze tragiche otto mesi più tardi, da qualche anno aveva alzato l’asticella delle ambizioni. Amava il Lugano e per la sua squadra, purtroppo, fece delle mosse a dir poco “azzardate”.
Qualche mese dopo quella doppia sfida di Champions, il Lugano si inabissò. Fu un periodo tremendo, con all’orizzonte un futuro incerto.
Il fallimento, il salvataggio di Morotti e il suo Agno, la ripartenza dalla serie B e l’epoca Renzetti.
Fu molto dura anche per i tifosi, sballottati in una centrifuga di emozioni non sempre facili da gestire.
Da tre anni a questa parte il Lugano ha cambiato marcia. L’arrivo di Mansueto, con il suo potere economico e la sua volontà di far crescere questo club a 360 gradi, fa pensare che i bianconeri siano ormai entrati in un’altra dimensione. Un’altra galassia.
La Champions League di questa sera, ancorché un secondo turno di qualificazione, sarà verosimilmente qualcosa a cui dovremo abituarci. E ovviamente, sarà un piacere farlo.
A Lugano c’è gente che lavora bene, che sta creando una squadra sempre più forte e che fuori dal rettangolo verde sta trasformando il club una macchina perfetta. E quando ci sarà lo stadio, allora sì che ci sarà da divertirsi.
Intanto si inizia a respirare l’aria del grande calcio, ad affrontare un allenatore come Mourinho e a giocarsela con club che hanno dei budget spaventosi.
Sono tutte esperienze che chi si affaccia da poco alla ribalta europea deve fare. Per la propria crescita, a tutti i livelli.
E se stasera qualcuno ripenserà a questi ultimi 23 anni, non potrà che ringraziare il destino per quello che il Lugano è diventato in questi anni.
Perché ricordare il passato, ancorché triste e persino tragico, a volte può aiutare a capire e a godere meglio del presente.
(Nella foto Maffi, Julio Hernan Rossi e la dedica al presidente Jermini, appena scomparso: era il 2002)