CALCIO
Se anche Croci-Torti è... "special"
Siparietto tra il Crus e Mourinho: generazioni diverse ma un gene in comune
Pubblicato il 24.07.2024 09:32
di L.S.
Una piccola critica, o punzecchiatura, da parte di José Mourinho, va presa con il sorriso sulle labbra.
Anzi, come una testimonianza importante.
Mattia Croci-Torti, quando Mourinho vinceva le Champions, probabilmente non aveva nemmeno in testa l’idea di fare l’allenatore. Sicuramente non avrebbe mai immaginato di incontrarlo un giorno sulla panchina rivale.
È la cosa bella di questa vita, che accanto a qualche delusione, ci regala anche momenti indimenticabili.
Come quello che ieri sera, nel bene o nel male, il Crus deve aver vissuto.
Sì, perché affrontare l'idolo Mourinho, per di più da tifoso interista, dev’essere stato qualcosa di unico.
Se poi il buon Mou, all’alba dei suoi 61 anni, si permette di sottolineare che “Croci-Torti è come me da giovane, parla troppo”, allora il Crus ha fatto veramente un grande salto nella sua ancor pur giovane carriera.
Lo Special One, che ai tempi dell’Inter diceva che “per parlare con me o di me, bisogna pagarmi”, deve aver capito ieri sera che nella panchina accanto  c’era un ragazzo forse esuberante ma sicuramente talentuoso.
Uno che vive la professione con la gioia nel cuore, che si diverte a fare ciò che fa e che ha ancora tanta voglia di imparare e stupire.
Mourinho ha conosciuto tutto di questa professione e ieri sera deve aver riconosciuto che quel ragazzo che gli ha stretto la mano prima della partita, ha qualcosa di “special” pure lui.
L’esultanza quasi irrefrenabile al gol del 4 a 2, le critiche al campo sintetico e quelle velate all’antisportività del Lugano in occasione del 4 a 3 (dovevano buttar fuori il pallone?), dimostrano che ieri sera il tecnico portoghese ha vissuto una partita “vera”, contro un Lugano che l’ha messo in difficoltà anche sul piano tattico.
La forza con cui Mourinho richiama il popolo del Fenerbahce alla partita di ritorno, è il miglior riconoscimento sia per Croci-Torti che per tutta la società bianconera. Il Lugano è considerato, il Lugano è temuto.
E questo, al di là di ciò che sarà il risultato, deve riempire tutti di orgoglio.
(Foto Keystone)