Si chiude un anno
strano anche per l’HC Ambrì Piotta.
Con una stagione
interrotta a febbraio e un’altra ripresa a spizzichi e bocconi senza lo spettro
della retrocessione.
E soprattutto con
il grande evento dell’inaugurazione della nuova Valascia nel prossimo mese di
settembre.
Come ci conferma
anche il presidente Filippo Lombardi.
“Per ora la data
è rimasta quella. Non vediamo l’ora di poter entrare nella nuova pista”.
C’è chi è felice
e chi invece pensa che si potrebbe perdere il famoso spirito della Valle,
incarnato finora dalla vecchia Valascia.
“Ho sempre detto
che la nuova pista, da sola, non basterà. Bisogna essere capaci di trasferire
lo spirito della Valascia anche nella nuova struttura, mantenendo vive le
caratteristiche storiche del club. In questo senso i tifosi saranno fondamentali”.
Esiste il rischio
che la gente, dopo un’annata così, abbia perso un po’ la passione per l’hockey?
“Io direi che il
rischio esiste purtroppo per tutte le società sportive ma non solo. Credo che
anche le manifestazioni culturali avranno qualche difficoltà a ripartite. La
gente ha perso l’abitudine di fare certe cose e non basterà schiacciare
semplicemente l’interruttore per far tornare tutto come prima. Ci vorrà un po’
di tempo”.
A livello
economico anche l’Ambrì ha richiesto i prestiti statali. Questo vi farà vivere
più tranquilli?
“Senza dubbio
questi soldi, un po’ meno di tre milioni di franchi, ci faranno comodo. Per l’Ambrì
comunque, se tralasciamo l’aspetto sportivo, non è stato un anno disastroso. Chiudiamo
con una leggera perdita e la sopravvivenza della società non è al momento in
discussione. Da un certo punto di vista il virus per noi è arrivato al momento
giusto, in quanto ci ha dato una piccola tregua durante la costruzione dello
stadio”.
La tregua è data
anche dall’abolizione della retrocessione per queste due stagioni. Contento di
questa decisione?
“Io non ho mai chiesto
una Lega chiusa. Forse qualcuno aveva capito male. Io avevo auspicato una
chiusura temporanea, per un periodo di cinque anni, affinché tutte le società
terminassero la costruzione o la ristrutturazione delle loro piste. Per noi,
retrocedere con la pista vecchia, sarebbe stata una condanna definitiva. Invece,
farlo con una struttura nuova, com’è successo per Rapperswil e Langnau, non sarebbe
più così drammatico”.
In futuro
esisterà ancora la retrocessione?
“Dipenderà da
cosa decideranno le due nuove società anonime appena costituite, ossia la
National League e la Swiss League. A determinate condizioni credo che si possa
ancora venir relegati, ma onestamente non ne abbiamo ancora discusso in maniera
approfondita”.
Non crede che una
Lega chiusa sia abbastanza noiosa per i tifosi?
“Forse a qualche
tifoso mancherebbe qualcosa, non lo metto in dubbio. Per il cuore del
presidente invece sarebbe molto meglio”.
A proposito di
piste e tifosi: in futuro entreranno solo quelli vaccinati?
“Non lo so,
questa cosa la decideranno le autorità. Anche questa volta bisognerà accettare
le regole che verranno imposte, come abbiamo fatto noi con il numero degli
spettatori durante la pandemia. Siamo passati da tremila, a cento, a cinquanta
e ora zero. Io comunque mi vaccinerò appena possibile, se è questo che voleva
sapere”.
Ha letto lo sfogo
del suo allenatore Cereda, che se l’è presa con alcuni tifosi, rei di non
capire la realtà dell’Ambrì Piotta?
“Luca è uno che
si lamenta raramente e se l’ha fatto vuol dire che si sarà sentito pugnalato
alle spalle. Leggere le critiche sui blog, a volte anche feroci, può far male e
ci sta di reagire. Feriscono pure me se devo essere sincero, ma non vado in
giro a dirlo. Dopo undici anni di presidenza ormai ho capito cosa posso e non
posso fare”.
Cereda ha detto
che da qualche anno l’Ambrì non può più permettersi le spese di una volta. Che lui
e Duca hanno dovuto adattarsi a una nuova politica.
“In fondo ha
ragione. In questi anni abbiamo rivolto tutti i nostri sforzi alla costruzione
della nuova pista. Una società come la nostra non era in grado di lavorare sul
fronte pista e squadra nello stesso tempo”
Cereda e Duca sembrano
più in sella che mai. È così?
“Assolutamente
sì. Finora hanno svolto un lavoro egregio e hanno tutta la fiducia della
società”.
Chiudiamo con la
notizia di mercato che ormai non è più una novità. Inti Pestoni torna a casa.
Manca solo l’ufficializzazione.
“Se ormai lo
sanno tutti, chi sono io per dire che non è vero…?”.