HOCKEY: IL PRESIDENTE DELL'AMBRÌ PARLA DI FINANZE, VACCINO E NUOVA VALASCIA
FIlippo Lombardi: "L'Ambrì non è più a rischio e Cereda ha ragione"
Intanto conferma: "La notizia di Inti ormai non è più una novità..."
Pubblicato il 30.12.2020 09:29
di Luca Sciarini
Si chiude un anno strano anche per l’HC Ambrì Piotta.
Con una stagione interrotta a febbraio e un’altra ripresa a spizzichi e bocconi senza lo spettro della retrocessione.
E soprattutto con il grande evento dell’inaugurazione della nuova Valascia nel prossimo mese di settembre.
Come ci conferma anche il presidente Filippo Lombardi.
“Per ora la data è rimasta quella. Non vediamo l’ora di poter entrare nella nuova pista”.
C’è chi è felice e chi invece pensa che si potrebbe perdere il famoso spirito della Valle, incarnato finora dalla vecchia Valascia.
“Ho sempre detto che la nuova pista, da sola, non basterà. Bisogna essere capaci di trasferire lo spirito della Valascia anche nella nuova struttura, mantenendo vive le caratteristiche storiche del club. In questo senso i tifosi saranno fondamentali”.
Esiste il rischio che la gente, dopo un’annata così, abbia perso un po’ la passione per l’hockey?
“Io direi che il rischio esiste purtroppo per tutte le società sportive ma non solo. Credo che anche le manifestazioni culturali avranno qualche difficoltà a ripartite. La gente ha perso l’abitudine di fare certe cose e non basterà schiacciare semplicemente l’interruttore per far tornare tutto come prima. Ci vorrà un po’ di tempo”.
A livello economico anche l’Ambrì ha richiesto i prestiti statali. Questo vi farà vivere più tranquilli?
“Senza dubbio questi soldi, un po’ meno di tre milioni di franchi, ci faranno comodo. Per l’Ambrì comunque, se tralasciamo l’aspetto sportivo, non è stato un anno disastroso. Chiudiamo con una leggera perdita e la sopravvivenza della società non è al momento in discussione. Da un certo punto di vista il virus per noi è arrivato al momento giusto, in quanto ci ha dato una piccola tregua durante la costruzione dello stadio”.
La tregua è data anche dall’abolizione della retrocessione per queste due stagioni. Contento di questa decisione?
“Io non ho mai chiesto una Lega chiusa. Forse qualcuno aveva capito male. Io avevo auspicato una chiusura temporanea, per un periodo di cinque anni, affinché tutte le società terminassero la costruzione o la ristrutturazione delle loro piste. Per noi, retrocedere con la pista vecchia, sarebbe stata una condanna definitiva. Invece, farlo con una struttura nuova, com’è successo per Rapperswil e Langnau, non sarebbe più così drammatico”.
In futuro esisterà ancora la retrocessione?
“Dipenderà da cosa decideranno le due nuove società anonime appena costituite, ossia la National League e la Swiss League. A determinate condizioni credo che si possa ancora venir relegati, ma onestamente non ne abbiamo ancora discusso in maniera approfondita”.
Non crede che una Lega chiusa sia abbastanza noiosa per i tifosi?
“Forse a qualche tifoso mancherebbe qualcosa, non lo metto in dubbio. Per il cuore del presidente invece sarebbe molto meglio”.
A proposito di piste e tifosi: in futuro entreranno solo quelli vaccinati?
“Non lo so, questa cosa la decideranno le autorità. Anche questa volta bisognerà accettare le regole che verranno imposte, come abbiamo fatto noi con il numero degli spettatori durante la pandemia. Siamo passati da tremila, a cento, a cinquanta e ora zero. Io comunque mi vaccinerò appena possibile, se è questo che voleva sapere”.
Ha letto lo sfogo del suo allenatore Cereda, che se l’è presa con alcuni tifosi, rei di non capire la realtà dell’Ambrì Piotta?
“Luca è uno che si lamenta raramente e se l’ha fatto vuol dire che si sarà sentito pugnalato alle spalle. Leggere le critiche sui blog, a volte anche feroci, può far male e ci sta di reagire. Feriscono pure me se devo essere sincero, ma non vado in giro a dirlo. Dopo undici anni di presidenza ormai ho capito cosa posso e non posso fare”.
Cereda ha detto che da qualche anno l’Ambrì non può più permettersi le spese di una volta. Che lui e Duca hanno dovuto adattarsi a una nuova politica.
“In fondo ha ragione. In questi anni abbiamo rivolto tutti i nostri sforzi alla costruzione della nuova pista. Una società come la nostra non era in grado di lavorare sul fronte pista e squadra nello stesso tempo”
Cereda e Duca sembrano più in sella che mai. È così?
“Assolutamente sì. Finora hanno svolto un lavoro egregio e hanno tutta la fiducia della società”.
Chiudiamo con la notizia di mercato che ormai non è più una novità. Inti Pestoni torna a casa. Manca solo l’ufficializzazione.
“Se ormai lo sanno tutti, chi sono io per dire che non è vero…?”.