Olimpiadi
Parigi val bene una medaglia
Il Vecchio Continente torna a essere il centro del mondo, forse
Pubblicato il 26.07.2024 07:09
di Aristide Lorenzi
Tutto il mondo sarà, per qualche giorno, a Parigi. Ancora qualche ora e ci sarà la cerimonia di apertura. I Giochi olimpici ritornano in Europa. Il Vecchio Continente sembra stanco, incapace di reggere il peso della contemporaneità. Ha costruito la storia, l'ha diretta, ma poi si è fermato. Europa è attualmente una categoria indistinta e quasi amorfa. Vive di incertezze e non sa più come reagire. Sembra spaurita, non rammenta di avere avuto un'anima e non ricorda le sue origini. In un mondo di superpotenze è riversa su se stessa, vorrebbe reagire, ma non ha le forze. È tutto così complesso, tutto troppo complicato. Il suo passato è diventato ingombrante: riporta a miti, misteri che affascinano, ma che non incidono più nel presente, rappresentano nostalgia e forse qualche rimpianto. L'Olimpiade consente una pausa, un sollievo, sublima l'istante e questo per il momento può bastare. La forza dello sport è dirompente, è possente, ammalia e concupisce inesorabilmente. Le turbolenze del mondo vanno temporaneamente in pausa, sono accantonate, saranno un corollario dell'informazione. Il principio ordinatore diventa: la medaglia. L'oro olimpico non ha prezzo. Milioni di atleti ne sono attratti durante tutta la loro carriera. Lo sognano, lo inseguono, lo vogliono, è un desiderio continuo. E la vittoria ha i colori dell'orgoglio nazionale, esalta l'identità di un Paese. Suscita emozioni e commozione. E per lo sportivo c'è pure un guadagno tangibile, c'è il valore monetario, il sacrifico che viene remunerato. E le sorprese non mancano. Gli Stati Uniti pagano l'oro 35mila euro, l'argento 21mila, il bronzo 14mila. La Spagna promette 94mila ai vincitori, mentre i padroni di casa arrivano a 80mila. E i primi posti? Primeggia la Serbia, il podio più alto garantisce 200mila euro; 186mila li elargisce il Marocco; 167mila la Lituania.
(Foto Keystone)