Dopo la giornata di ieri, Filippo Lombardi è contento e anche un po’ orgoglioso.
“È stata la presentazione più riuscita di sempre. Cinquemila persone e 2500 porzioni di costine”.
Una festa in grande stile quella vissuta ieri dall’Ambrì Piotta. La cosa più importante, per il presidente dei leventinesi, è che “l’entusiasmo è in costante ascesa”.
E chi l’avrebbe mai detto, quando 3 anni fa si dovette lasciare la Valascia:
“In effetti c’erano dei timori, anche perché lasciavamo un luogo sacro, addirittura mitico, che aveva però le sue scomodità. Ricordo le presentazioni al sole bollente, la mancanza di ghiaccio in estate, la gente che stava in piedi e anche i bagni”.
Ora è tutta un’altra cosa, e i tifosi ne sono felici.
“Ho visto tante famiglie con tanti bambini e questo per il futuro del club è importante”.
Anche i risultati hanno aiutato a creare questo clima:
“Senza dubbio quello che abbiamo fatto la scorsa stagione è stato importante. Ora vogliamo andare avanti crescendo lentamente, com’è nello stile e nel DNA dell’Ambrì”.
Anche a livello economico sono stati fatti dei passi avanti:
“C’è un effettivo miglioramento dei conti annuali. La nuova Arena porta milioni in più di ricavi. Prima perdevano ogni stagione da 1 a 2 milioni di franchi: una volta quasi tre milioni. La gente ha imparato ad amare e godere della nuova pista e questo è un senza dubbio un bene, qualcosa che non era assolutamente scontato”.
Ci sono però ancora dei debiti che arrivano da lontano:
“Se è vero che l’Ambrì non è più a rischio, dobbiamo comunque pensare che abbiamo debiti pregressi che dobbiamo assolutamente coprire. Per farlo abbiamo programmato un contenimento dei costi già dalla prossima stagione. Vogliamo risparmiare un milione".
C’è però un “ma”:
“Il budget della squadra, quello che consegniamo a Duca, non verrà comunque toccato. Insomma, la rosa non verrà indebolita. Poi è chiaro che chi si aspetta i grandissimi nomi, forse resterà deluso. Ma noi, come detto, dobbiamo fare il passo secondo la gamba”.
Intanto ci sono tre sponsor per la pista, che continuerà però a chiamarsi Gottardo Arena:
“Sì, sono tre sponsor molto importanti che però non daranno il nome alla pista. Quello è riservato nel caso in cui, un giorno, arrivasse qualcuno pronto a pagare ciò che abbiamo pensato. Forse arriverà il momento in cui dovremo abbassare le pretese, ma per ora vogliamo continuare a credere che sia una cifra che vale l’investimento”.
Intanto si va ancora avanti con la coppia Duca-Cereda:
“Credo che sia un caso più unico che raro, due persone che sono qui da anni con un contratto indeterminato. Credo che sia una soluzione che vada bene a entrambe le parti. Si va avanti finché si andrà d’accordo. Finora ha funzionato molto bene”.
E gli obiettivi di quest’anno quali sono?
“L’obiettivo è sempre quello di migliorare ciò che si è fatto l’anno precedente. L’obiettivo razionale, ma che sappiamo mai facile da raggiungere, è quello di un posto tra le prime otto. Arrivare invece tra le prime dieci diventa “obbligatorio”. Non siamo diventati ricchi e potenti in questi anni e dobbiamo sempre ricordarci chi siamo e da dove veniamo”.
“È stata la presentazione più riuscita di sempre. Cinquemila persone e 2500 porzioni di costine”.
Una festa in grande stile quella vissuta ieri dall’Ambrì Piotta. La cosa più importante, per il presidente dei leventinesi, è che “l’entusiasmo è in costante ascesa”.
E chi l’avrebbe mai detto, quando 3 anni fa si dovette lasciare la Valascia:
“In effetti c’erano dei timori, anche perché lasciavamo un luogo sacro, addirittura mitico, che aveva però le sue scomodità. Ricordo le presentazioni al sole bollente, la mancanza di ghiaccio in estate, la gente che stava in piedi e anche i bagni”.
Ora è tutta un’altra cosa, e i tifosi ne sono felici.
“Ho visto tante famiglie con tanti bambini e questo per il futuro del club è importante”.
Anche i risultati hanno aiutato a creare questo clima:
“Senza dubbio quello che abbiamo fatto la scorsa stagione è stato importante. Ora vogliamo andare avanti crescendo lentamente, com’è nello stile e nel DNA dell’Ambrì”.
Anche a livello economico sono stati fatti dei passi avanti:
“C’è un effettivo miglioramento dei conti annuali. La nuova Arena porta milioni in più di ricavi. Prima perdevano ogni stagione da 1 a 2 milioni di franchi: una volta quasi tre milioni. La gente ha imparato ad amare e godere della nuova pista e questo è un senza dubbio un bene, qualcosa che non era assolutamente scontato”.
Ci sono però ancora dei debiti che arrivano da lontano:
“Se è vero che l’Ambrì non è più a rischio, dobbiamo comunque pensare che abbiamo debiti pregressi che dobbiamo assolutamente coprire. Per farlo abbiamo programmato un contenimento dei costi già dalla prossima stagione. Vogliamo risparmiare un milione".
C’è però un “ma”:
“Il budget della squadra, quello che consegniamo a Duca, non verrà comunque toccato. Insomma, la rosa non verrà indebolita. Poi è chiaro che chi si aspetta i grandissimi nomi, forse resterà deluso. Ma noi, come detto, dobbiamo fare il passo secondo la gamba”.
Intanto ci sono tre sponsor per la pista, che continuerà però a chiamarsi Gottardo Arena:
“Sì, sono tre sponsor molto importanti che però non daranno il nome alla pista. Quello è riservato nel caso in cui, un giorno, arrivasse qualcuno pronto a pagare ciò che abbiamo pensato. Forse arriverà il momento in cui dovremo abbassare le pretese, ma per ora vogliamo continuare a credere che sia una cifra che vale l’investimento”.
Intanto si va ancora avanti con la coppia Duca-Cereda:
“Credo che sia un caso più unico che raro, due persone che sono qui da anni con un contratto indeterminato. Credo che sia una soluzione che vada bene a entrambe le parti. Si va avanti finché si andrà d’accordo. Finora ha funzionato molto bene”.
E gli obiettivi di quest’anno quali sono?
“L’obiettivo è sempre quello di migliorare ciò che si è fatto l’anno precedente. L’obiettivo razionale, ma che sappiamo mai facile da raggiungere, è quello di un posto tra le prime otto. Arrivare invece tra le prime dieci diventa “obbligatorio”. Non siamo diventati ricchi e potenti in questi anni e dobbiamo sempre ricordarci chi siamo e da dove veniamo”.
(Foto Keystone/Gianinazzi)