Si fa un gran
parlare di stadio, di atmosfera e inevitabilmente di paura. O quantomeno di soggezione.
Mourinho, che vuole un ambiente caldo per battere il Lugano, è intenzionato a scoprire quanto siano davvero coinvolgenti e trascinanti i suoi nuovi tifosi.
Di stadi e di ambienti ne ha visti tanti lo Special One, ma questo di Istanbul, gli hanno detto, è qualcosa di speciale. E lui stasera, con modi magari poco ortodossi, ha fatto sapere di aver bisogno di questa atmosfera, di questa gente.
E il Lugano come si comporterà in questo stadio che sembra incutere timore solo a parlarne?
Il Crus è conscio che l’atmosfera sarà infuocata e nemmeno lontanamente paragonabile a quella di una sfida di Super League. Nessuna paura, ha però detto il tecnico bianconero. La sua squadra ha dimostrato carattere già sette giorni or sono, quando ha retto bene contro la corazzata turca. Poteva sbandare, deragliare, ma non l’ha fatto. Con dignità e tanto coraggio, è rimasta in piedi.
Questo stadio invoca brutti ricordi, almeno dal punto di vista dell’ambiente, per quanto riguarda la nostra nazionale, che nel 2005, dopo aver estromesso la Turchia dai Mondiali, si trovò a dover far fronte a un’imboscata che di sportivo non aveva nulla. Qualche giocatore dei nostri finì all’ospedale e quel clima di terrore che vissero quei ragazzi, è difficile da cancellare anche a vent’anni di distanza.
Insomma, attenti all’atmosfera, certo, ma senza perdere di vista l’obiettivo. La gara di Thun ci ha consegnato un Lugano ancora vivo, che però, se vorrà tentare l’impresa, dovrà essere bravo a gestire soprattutto l’aspetto emotivo.
Bisogna restare in partita, far leva su quelle geometrie e quelle certezze che il Crus ha seminato pazientemente in questi anni. Questa squadra ha dimostrato di aver un equilibrio e una continuità di risultato che le hanno permesso di ottenere dei traguardi impensabili e stasera sarà importante ricordarselo, anche nei momenti più delicati. Che inevitabilmente ci saranno.
E bisognerà anche ricordarsi, con estremo orgoglio, che questo tipo di sfide è il frutto di un percorso che il Lugano ha fatto in questi anni. Grazie a uno staff di prim’ordine, a una squadra talentuosa e a una società che sa esattamente cosa vuole e come fare per raggiungerlo.
Bisognerà affidarsi a queste certezze, stampelle necessarie per cercare di uscire con meno graffi possibili dallo stadio del Fenerbahce. Difficile ma non impossibile.
Mourinho, che vuole un ambiente caldo per battere il Lugano, è intenzionato a scoprire quanto siano davvero coinvolgenti e trascinanti i suoi nuovi tifosi.
Di stadi e di ambienti ne ha visti tanti lo Special One, ma questo di Istanbul, gli hanno detto, è qualcosa di speciale. E lui stasera, con modi magari poco ortodossi, ha fatto sapere di aver bisogno di questa atmosfera, di questa gente.
E il Lugano come si comporterà in questo stadio che sembra incutere timore solo a parlarne?
Il Crus è conscio che l’atmosfera sarà infuocata e nemmeno lontanamente paragonabile a quella di una sfida di Super League. Nessuna paura, ha però detto il tecnico bianconero. La sua squadra ha dimostrato carattere già sette giorni or sono, quando ha retto bene contro la corazzata turca. Poteva sbandare, deragliare, ma non l’ha fatto. Con dignità e tanto coraggio, è rimasta in piedi.
Questo stadio invoca brutti ricordi, almeno dal punto di vista dell’ambiente, per quanto riguarda la nostra nazionale, che nel 2005, dopo aver estromesso la Turchia dai Mondiali, si trovò a dover far fronte a un’imboscata che di sportivo non aveva nulla. Qualche giocatore dei nostri finì all’ospedale e quel clima di terrore che vissero quei ragazzi, è difficile da cancellare anche a vent’anni di distanza.
Insomma, attenti all’atmosfera, certo, ma senza perdere di vista l’obiettivo. La gara di Thun ci ha consegnato un Lugano ancora vivo, che però, se vorrà tentare l’impresa, dovrà essere bravo a gestire soprattutto l’aspetto emotivo.
Bisogna restare in partita, far leva su quelle geometrie e quelle certezze che il Crus ha seminato pazientemente in questi anni. Questa squadra ha dimostrato di aver un equilibrio e una continuità di risultato che le hanno permesso di ottenere dei traguardi impensabili e stasera sarà importante ricordarselo, anche nei momenti più delicati. Che inevitabilmente ci saranno.
E bisognerà anche ricordarsi, con estremo orgoglio, che questo tipo di sfide è il frutto di un percorso che il Lugano ha fatto in questi anni. Grazie a uno staff di prim’ordine, a una squadra talentuosa e a una società che sa esattamente cosa vuole e come fare per raggiungerlo.
Bisognerà affidarsi a queste certezze, stampelle necessarie per cercare di uscire con meno graffi possibili dallo stadio del Fenerbahce. Difficile ma non impossibile.
(Foto Keystone)