Sì,
possiamo dirlo: si esce da questo doppio scontro col Fenerbahçe
battuti (sono state perse entrambe le sfide), ma con qualche
rimpianto, e tanta consapevolezza. Il Lugano si è ben disimpegnato,
sia a Thun che in Turchia, e si è arreso a un giocatore monumentale:
Edin Džeko, capace di segnare ai ticinesi 4 reti in due partite.
Tuttavia, in entrambe le gare, si è vista una squadra coraggiosa,
che ha provato a giocarsela davanti ad avversari di grande valore,
anche se non ancora del tutto pronti. Ma la forza dei ticinesi è
stata proprio quella di capire quali fossero i punti deboli degli
anatolici, cercando di colpirli, dove faceva più male. E, in
entrambe le contese, lo hanno fatto per primi, tenendo poi il
risultato grazie a un palleggio insistito e mai banale che, in
Turchia, ha fatto indispettire, in alcuni momenti, i sostenitori
locali con la propria squadra, che non riusciva a venirne a capo.
Oggi possiamo dirlo: se Edin Džeko avesse giocato in maglia
bianconera, il passaggio del turno se lo sarebbero quasi sicuramente
guadagnato i ragazzi del Crus. Si
esce, quindi, dalla Champions League, come da pronostico; tuttavia,
il Lugano ha mantenuto la promessa di giocarsela. Anche in Turchia,
nonostante la partita persa la settimana scorsa, nonostante i 50.000
del Şükrü Saracoğlu, nonostante la classe dell'avversario,
nonostante le decine di milioni di franchi di differenza nelle
quotazioni delle rose da parte dei siti specializzati. Questa è una
squadra matura, coraggiosa, che farà di tutto per raggiungere la
fase a gironi di una competizione europea. Certamente non tutti sono
al massimo, si sono visti degli errori, e brucia tantissimo aver
perso nei minuti di recupero una partita nella quale sarebbe stato
bello uscire dal campo imbattuti anche se, dal punto di vista della
doppia sfida, non è cambiato nulla. Però, per un tempo che è
sembrato loro lunghissimo, i tifosi turchi hanno davvero temuto che
la prima partita della nuova stagione, con José Mourinho in
panchina, potesse trasformarsi in una beffa clamorosa; sicuramente,
almeno quanto ci hanno creduto, quelli del Lugano, che si potesse
davvero fare l'impresa. Si torna quindi in Svizzera con qualche
rimpianto (all'andata sono stati regalati due gol, al netto del
discusso episodio del rigore alla fine del primo tempo), mentre a
Istanbul il portiere Dominik Livakovicsullo 0-1, ha compiuto, su Uran
Bislimi, un intervento incredibile: se fosse entrato lo 0-2, chissà
cosa sarebbe successo. Certo, nel secondo tempo i sottocenerini sono
calati un po', Edin Džeko ha calato l'asso di spade e, a quel
punto, l'inerzia tattica della sfida è cambiata, e non c'è stata la
forza di ribaltarla. Ma, va detto, in campo c'erano anche gli
avversari. Ora, sabato, a Cornaredo arriva il Servette, per una gara
tra due squadre che, quest'anno, hanno deciso di fare sul serio.
Nulla di decisivo, ovviamente: ma, dal punto di vista dello spirito,
una tappa importante. Da parte luganese, sicuramente, la voglia di
invertire una sfilza di risultati negativi, iniziata la stagione
scorsa, e culminata con la sfortunata finale di Coppa a Berna. C'è
voglia, insomma, di regolare i conti e, da entrambe le parti, di dare
un segnale di supremazia. In definitiva, varrà la pena esserci.
(Foto Keystone)