In
Italia hanno gridato allo scandalo. Si sono sentiti umiliati e
offesi. Le polemiche ancora continuano. Brucia la sconfitta
subita in finale e che assegnava l'oro nel fioretto maschile. Un
esito considerato ingiusto e crudele. Sotto accusa il video arbitro,
era il sudcoreano Suh Sang Won, e le sue decisioni ritenute sospette.
Nella scherma l'aiuto della tecnologia è fondamentale, ma la
discrezionalità dei giudici rimane, e questi possono influire sui
risultati finali. Ma a stemperare i toni e a riportare le discussioni
su un livello accettabile ci ha pensato il grande sconfitto, colui
che dovrebbe sentirsi come il defraudato: Filippo Macchi.
L'atleta scendeva in pedana non 'per un sogno, ma per il sogno',
queste le sue testuali parole. Lo sportivo ha commentato sui social
la sua vicenda ero “a una stoccata dal famoso obiettivo di ogni
atleta”, continua: “Ne ho sentite di ogni, ti hanno
derubato, arbitraggio scandaloso, è una vergogna”. Afferma:
“Eppure a me viene da dire che sono proprio un ragazzo
fortunato”, perché ha una famiglia “stupenda”,
amici “strepitosi”, una fidanzata “che mi lascia
costantemente senza parole”. E allora: “Ho imparato che le
decisioni arbitrali vanno rispettate, sempre!”. Lui è già
avanti: “Quello che è successo appartiene al passato, ormai è
andato, quello che succederà in futuro dipenderà da me!”. È
solo in parte deluso: “Questa medaglia si merita gioia e
felicità... e godiamoci ciò che è stato”. E conclude:
“D'altronde la vita è fatta di ostacoli, a volte si superano
altre volte ci si inciampa e si cade ma la differenza la fa chi ha la
forza di rialzarsi”. Ogni commento è superfluo, la lezione che
ha dato Filippo Macchi è
esemplare.
(Foto Keystone)