Gli
schermitori stanno tirando nel Grand Palais, il palazzetto è
magnifico, si respira storia, costituisce uno scenario straordinario,
il pubblico lo affolla in maniera copiosa. La piscina olimpica è
lenta, non consentirebbe di stabilire record, ma l'impianto è sempre
pieno, l'atmosfera esalta gli atleti. Il torneo di tennis è seguito,
nonostante il caldo, gli appassionati riempiono gli spalti. La
palestra della ginnastica artistica registra, quasi, tutto il
esaurito. Ma in generale il sostegno degli spettatori non manca. Lo
spirito olimpico soffia forte: l'evento che ha una cadenza
quadriennale costituisce la sublimazione dell'istante che va colto.
Ogni disciplina ha la degna cornice, in ogni ora della giornata, dal
mattino sino alla sera. La partita di calcio Argentina-Ucraina, ma ne
è solo un esempio, si è giocata nello stadio del Lione. E gli
spalti erano quasi vuoti. Giusto così: è una sconfitta che decreta
una scelta sbagliata. Il football sarebbe dovuto rimanere a casa.
Calcio e giochi sono incompatibili. I dirigenti sportivi vivono,
molto spesso, di presunzione, e sicumera. Impongono decisioni, che
per fortuna non hanno il seguito popolare e sono bocciate. Certo: ci
saranno gli ascolti televisivi. Certo: ci sarà il gradimento degli
sponsor. Ma il pubblico ha dimostrato il sacrosanto diritto di non
gradire. Il calcio ha una sua predominanza che manifesta tutto l'anno
e non avrebbe bisogno di altri palcoscenici. Si scende in campo
sempre e le partite non finiscono mai. Le Olimpiadi dovrebbero
preservate e salvaguardate da questa megalomania.
(Foto Keystone)