Jurgen
Klopp è un personaggio, non ha timore di esprimere i suoi pensieri.
E le sue parole oltrepassano la normalità, gli sportivi non amano
essere provocatori e non hanno nessuna intenzione di stimolare dibattiti. E anche le sue scelte, circa la sua carriera,
non sono ordinarie. Il tedesco, era presente ad un incontro di
allenatori presso Würburg, ha precisato: “Non ho deciso di
smettere per capriccio. È stata una decisione meditata”. Ha
confessato che è alla ricerca di “pace e tranquillità”,
per cui ha avuto la percezione che fosse “semplicemente il
momento di farmi da parte”. Vuole una pausa, per riflettere,
per rilassarsi. In merito al suo futuro non si esprime, ironicamente
fa notare che è “troppo giovane per giocare solo a padel e
passare del tempo con i miei nipoti”, tornare in panchina lo
esclude per ora, ma afferma: “Vediamo come sarà tra qualche
mese. Ma non c'è nulla in cantiere”. L'auspicio, in ogni caso,
è quello “di lavorare nel calcio e aiutare con la mia
esperienza e i miei contatti. Vediamo cos'altro c'è per me”.
Liverpool è lontana ma non è dimenticata. Nelle sue ultime
dichiarazioni, nel corso del mese di maggio, aveva ringraziato club e
tifosi specificando: “Alla gente di Liverpool piace vincere, ma
soprattutto lottare. Sono orgoglioso che ci siamo riusciti senza
barare come gli altri”. Nella sua esperienza con i Reds ha
avvertito una corrispondenza in termini di “visione generale
della vita”. Perché lui è “pronto a lottare per le cose
giuste”, aggiungeva: “Penso di meritare tutto? No, va
bene che lo abbiano anche gli altri. Non sono socialista, ma vengo da
lì, dalla sinistra, e guardo la vita in questo modo”.
(Foto
Keystone)