Fa caldo, ma entrare in casa, quando c'è l'aria condizionata, è sempre piacevole. Ecco, entrare alla Corner Arena è così. Un fresco che ritempra la mente e lo spirito, una vista che rallegra. Si pensa a ciò che accadrà tra poco più di un mese quando la pista si riempirà.
È bella la Corner, tutta nera, con quei seggiolini che danno un tocco di classe e eleganza. E la rendono ancora più aggressiva. Sì, è proprio bella adesso. Sarà anche una pista di 30 anni fa, ma il suo fascino resta immutato.
Il presidente Vicky Mantegazza ha spiegato che verrà abbellita ancora, per renderla più confortevole: per pubblico e giocatori. In un mondo che va a mille allora, che vuole le comodità, è qualcosa di necessario. Anche da questo punto di vista, il Lugano, per fortuna, è in buone mani.
Il giallo è rimasto solo sulle maglie, almeno per il momento. Sparirà? Vedremo. Qualche ben informato giura che ci sarà ancora, almeno sulla terza maglia, che verrà utilizzata in occasioni speciali. Altrimenti si andrà verso il bianconero. Insomma, il tutto o niente, i due poli opposti, che non ammettono intrusioni di sorta. Prendere o lasciare, come dev'essere la stagione, anzi, il futuro, dell'HC Lugano.
Intanto gettiamo un occhio alla prima partitella interna, dove una cosa la si nota subito: questo Lugano è molto più forte e grosso del precedente. Ci sono più chili, c'è più vigore. Una scelta ben precisa di un club che vuole metterla sul fisico, che è stufo di recitare un ruolo di secondo piano.
Si vuole tornare a essere protagonisti, anche con l'aiuta della forza, se necessario.
C'è anche Hnat Domenichellio, attento a seguire i primi movimenti dei suoi nuovi acquisti. C'è la fiducia di ogni inizio di stagione, quella speranza di aver centrato gli obiettivi. Il ghiaccio lo dirà, intanto si vive di speranze, ma anche della consapevolezza di aver fatto il massimo. Che sia l'anno buono?
Finisce la partitella e ci si ritrova tutti in pista: tifosi, giocatori e dirigenti si stringono in un abbraccio che dà la carica. Che unisce. Che dimostra che questo club è più vivo che mai. "Bentornati a casa" si poteva leggere sul tabellone luminoso a centropista. Sì, siamo di nuovo a casa, nella nostra casa.
Ora dobbiamo riempirla, più dello scorso anno. Non è solo una questione di numero, di raggiungere i "famosi" cinquemila. È anche una questione di spirito, di attitudine e di amore verso i propri colori. Sempre più bianco e nero.
È bella la Corner, tutta nera, con quei seggiolini che danno un tocco di classe e eleganza. E la rendono ancora più aggressiva. Sì, è proprio bella adesso. Sarà anche una pista di 30 anni fa, ma il suo fascino resta immutato.
Il presidente Vicky Mantegazza ha spiegato che verrà abbellita ancora, per renderla più confortevole: per pubblico e giocatori. In un mondo che va a mille allora, che vuole le comodità, è qualcosa di necessario. Anche da questo punto di vista, il Lugano, per fortuna, è in buone mani.
Il giallo è rimasto solo sulle maglie, almeno per il momento. Sparirà? Vedremo. Qualche ben informato giura che ci sarà ancora, almeno sulla terza maglia, che verrà utilizzata in occasioni speciali. Altrimenti si andrà verso il bianconero. Insomma, il tutto o niente, i due poli opposti, che non ammettono intrusioni di sorta. Prendere o lasciare, come dev'essere la stagione, anzi, il futuro, dell'HC Lugano.
Intanto gettiamo un occhio alla prima partitella interna, dove una cosa la si nota subito: questo Lugano è molto più forte e grosso del precedente. Ci sono più chili, c'è più vigore. Una scelta ben precisa di un club che vuole metterla sul fisico, che è stufo di recitare un ruolo di secondo piano.
Si vuole tornare a essere protagonisti, anche con l'aiuta della forza, se necessario.
C'è anche Hnat Domenichellio, attento a seguire i primi movimenti dei suoi nuovi acquisti. C'è la fiducia di ogni inizio di stagione, quella speranza di aver centrato gli obiettivi. Il ghiaccio lo dirà, intanto si vive di speranze, ma anche della consapevolezza di aver fatto il massimo. Che sia l'anno buono?
Finisce la partitella e ci si ritrova tutti in pista: tifosi, giocatori e dirigenti si stringono in un abbraccio che dà la carica. Che unisce. Che dimostra che questo club è più vivo che mai. "Bentornati a casa" si poteva leggere sul tabellone luminoso a centropista. Sì, siamo di nuovo a casa, nella nostra casa.
Ora dobbiamo riempirla, più dello scorso anno. Non è solo una questione di numero, di raggiungere i "famosi" cinquemila. È anche una questione di spirito, di attitudine e di amore verso i propri colori. Sempre più bianco e nero.