CALCIO REGIONALE
I "Minori" sono pronti (o quasi) a ripartire
Parla il presidente della FTC che sta vivendo giorni difficili in attesa della decisione finale
Pubblicato il 14.05.2021 03:25
di Luca Sciarini
Sembra probabile che il calcio regionale possa riprendere presto la sua attività. La notizia è di qualche giorno fa e porta la firma del Consiglio Federale.
Bisognerà comunque aspettare fino al 26 di maggio per averne la certezza ma tutto fa pensare che si andrà verso questo scenario.
Come hanno preso in Ticino questa decisione?
Lo abbiamo chiesto al presidente della FTC (Federazione Ticinese di Calcio) Fulvio Biancardi.
"Prima di tutto non bisogna precipitare le cose, il Consiglio Federale ha detto che prendere una decisione definitiva soltanto il 26 maggio. Una vera e propria delusione questa incapacità di decidere in maniera definitiva. Tutto ciò rende particolarmente difficile il nostro lavoro".
Voi cosa farete intanto?
"Noi stasera abbiamo una seduta d'emergenza del comitato della Federazione in cui dovremo spiegare alle società ciò che sta accadendo e quelli che potrebbero essere gli scenari futuri".
In sostanza cosa direte?
"Bisognerà capire come agire se il 26 maggio si riprenderà veramente a giocare. E poi spiegare l'articolo 8bis del regolamento".
Ce lo spiega (di nuovo)?
"L'8bis dice che se la maggior parte dei gruppi della Svizzera avrà giocato almeno metà delle partite, tutti i risultati saranno omologati. In quei gruppi in cui non si sarà giocata la metà delle partite verrà allestita una classifica in base alla media punti".
Se il Ticino è contrario a riprendere il campionato, cosa dicono invece le altre federazioni svizzere?
"Da ciò che sappiamo, a parte forse un paio di eccezioni, tutti hanno voglia di giocare. Ecco perchè credo che alla fine si riprenderà a giocare".
Per voi non è una situazione facile, vero?
"Noi ci troviamo tra due fuochi: c'è chi non vuol giocare e chi invece avrebbe piacere di giocare. Ovviamente quelli che non vogliono riprendere fanno sentire la loro voce in maniera più decisa".
Quali sono le vostre preoccupazioni?
"Ci sono dei motivi oggettivi che ci preoccupano. Se dovesse piovere per un paio di settimane, se qualche squadra dovesse finire in quarantena e la data del 4 luglio che per noi non è fattibile. I campionati in Ticino, vista la chiusura delle scuole, si concluderanno al più tardi il 20 giugno".
E se qualche squadra non volesse giocare?
"Sarebbe difficile obbligare a giocare qualcuno che non vuole o che magari non può farlo per mancanza di giocatori. Ovvio però che se ci sarà l'autorizzazione a giocare bisognerà farlo e le squadre saranno per certi versi obbligate. Ricordiamoci che non si può pensare di rifugiarsi nei forfait per farla franca, perchè al terzo forfait scatta la cancellazione della squadra da tutti i campionati".
Insomma, un momento complicato che immagino non sarà facile gestire. Vero?
"Proprio così. La cosa che spiace di più sono le critiche, anche feroci da parte di quei presidenti che ritengono di non essere difesi e che ci spingono ad andare a Berna a far sentire la nostra voce. Abbiamo già spiegato, al di là della lettera inviata a Berna, che non siamo noi a decidere. Ci spiace ma è così".