FORMULA UNO
Il genio nel recinto
Adrian Newey non approderà in Ferrari: un'occasione sfumata?
Pubblicato il 09.08.2024 18:11
di Silvano Pulga
Siamo sicuri che tutti quelli che ci stanno leggendo avranno visto, almeno una volta nella vita, il celebre film di Mario Monicelli "Amici miei", e ne ricordano una delle citazioni più celebri, quella sul genio: "Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione." Non c'è dubbio che, nell'ambito della progettazione delle monoposto, Adrian Newey (nella foto Keystone), l'ingegnere capo della Red Bull, lo sia e, aggiungiamo, possa essere considerato il migliore attualmente sulla piazza. Ed è quindi normale che quella che viene considerata la scuderia con la maggiore tradizione del Circus, vale a dire la Ferrari, sia sulle sue tracce. 
Sulle persone geniali esistono, ovviamente, migliaia di luoghi comuni. Uno di quelli più aderenti alla realtà è che siano piuttosto egocentrici, convinti come sono di poter ambire a grandi traguardi. Il genio è sicuro di dover rispondere solo alla Storia, piccola o grande che sia. Quella della Formula 1 è piccola magari, ma non si può certo negare che di storia si tratti. Noi, che abbiamo i capelli grigi, abbiamo in mente due geni, diversi tra loro come carattere, ma che hanno segnato la loro epoca: Colin Chapman e Mauro Forghieri. Il britannico, creatore di modelli leggendari targati Lotus, era uno che aveva ricavato un'officina meccanica da una chiesa sconsacrata: basterebbe questo particolare a certificarne il mito. L'emiliano era soprattutto un mago a livello motoristico: sua l'intuizione del cambio trasversale sul 12 cilindri Ferrari, ma è solo una delle tante idee realizzate in carriera. 
I geni, però, non hanno troppa voglia di aver sopra gente a comandarli: Colin Chapman era un plenipotenziario, Mauro Forghieri doveva ovviamente fare i conti con il Commendatore. E non usiamo il termine a caso, visto che, nelle sue memorie, quello che consideriamo il più grande progettista della storia del Cavallino (ma siamo di parte, era un amico di nostro padre), ha sovente riferito di non averlo mai chiamato ingegnere: perché, in effetti, non lo era, avendo ricevuto una laurea, ma honoris causa. Massimo rispetto per un personaggio enorme, quindi ma, nel contempo, la volontà di rimarcare il proprio ruolo: non proprio una bazzecola, avendo a che fare con un uomo come Enzo Ferrari. 
Oggi, in Emilia, c'è Frédéric Vasseur come Team Principal. E, si dice, il più grande ostacolo al perfezionamento del matrimonio con Adrian Newey, che pure John Elkann avrebbe voluto fortemente, sembra sia stato proprio lui. Il dirigente francese ha messo in piedi, dopo le recenti defezioni, un team tecnico di tutto rispetto: Diego Tondi all'aerodinamica, Fabio Montecchi a lavorare sul telaio e Marco Adurno per la performance, in attesa dell'arrivo, in autunno, di Loic Serra, dalla Mercedes, per agire a stretto contatto con Lewis Hamilton, uno che le monoposto è capace di farle crescere. Il creatore del fenomeno Red Bull avrebbe dovuto lavorare con loro, ma sotto il coordinamento di Fred Vasseur. Ma i geni, si sa, rispondono solo alla storia, piccola o grande che sia. E si dice, il matrimonio non si è consumato per il rifiuto, da parte del Team principal Ferrari, di lasciare tutta questa libertà e autonomia al progettista britannico. Non abbiamo la sfera di cristallo, e solo il tempo ci dirà chi avrà avuto ragione. Noi, però, per i geni abbiamo un debole: e, del resto, anche se la Storia la fanno le popolazioni, quella piccola della F1 l'hanno scritta personaggi geniali. Con tutto il rispetto per il team tecnico attuale e futuro, ovviamente, che resta di primordine.