CALCIO: LA STAGIONE DEL FC LUGANO
FC Lugano, il bicchiere è mezzo pieno
Salvezza agilmente raggiunta: la Conference League purtroppo no
Pubblicato il 16.05.2021 08:26
di SIlvano Pulga
Per il Lugano di Jacobacci è arrivata, quindi, la sentenza definitiva: niente Conference League anche se, come sappiamo, il piazzamento europeo dei bianconeri ticinesi era legato a moltissime variabili dipendenti principalmente dai risultati delle avversarie dirette che precedevano le quali, con l’eccezione di Lucerna e Losanna, seccamente battute rispettivamente da Young Boys e San Gallo, non hanno steccato. La compagine ticinese, quindi, andrà venerdì sera in Svizzera centrale per provare a migliorare il sesto posto attuale, contro la squadra di Celestini la quale, con tutta probabilità, sarà già con testa e gambe sulla finale di Coppa svizzera contro il San Gallo, in programma, come sappiamo, per il lunedì di Pentecoste.
La domanda, come sempre, è se si debba o meno essere soddisfatti di quanto fatto. Diciamo di sì: se è vero che il gruppo messo a disposizione dell’ex tecnico di Sion e recentemente Bellinzona era, qualitativamente, probabilmente il migliore dal ritorno nella massima serie dei bianconeri, lo è altrettanto che anche gli altri erano, tutto sommato, equivalenti. E la prova è il grande equilibrio tra le contendenti, con la sola eccezione dello Young Boys campione. A rendere oggettiva questa affermazione sono i numeri, per esempio, del Vaduz, protagonista di una grande rimonta nel girone di ritorno e che, da squadra data per retrocessa, è ancora padrona del proprio destino.
Ci sarebbe poi da discutere sul livello complessivo del calcio elvetico, che il ranking europeo ha condannato in modo inesorabile all’esclusione dall’Europa League quando, fino alla scorsa stagione, la squadra vincitrice della Coppa nazionale veniva ammessa di diritto alla fase a gironi della competizione citata. Sul banco degli imputati anche la formula del campionato che, con la sua incertezza, secondo molti impedisce alle compagini una programmazione seria e, soprattutto, di lanciare i giovani, data l’assenza di partite “tranquille”.
Il rovescio della medaglia sono però sfide senza nessuna motivazione di classifica da aprile in poi, come si vede nella vicina Penisola o, senza andare troppo lontano, in Challenge League la quale, pur essendo a dieci squadre, con soli tre posti utili in chiave promozione/retrocessione e un minore equilibrio, sovente si decide prima della fine, perlomeno per i posti che contano, soprattutto in questi anni che hanno visto retrocessioni eccellenti. Bisogna, quindi, tenere conto di tutto.
Tornando ai bianconeri, proprio in virtù della classifica corta, in più occasioni, durante la stagione, ci siamo trovati di fronte a partite definite “di svolta”. Col senno di poi, quelle vere (purtroppo in negativo) sono state la sfida casalinga di Coppa svizzera con il Lucerna e quella (sempre a Cornaredo) con il Servette. Si è tutto deciso, quindi, in un paio di settimane nel mese di aprile.
Rispetto al primo atto, con i confederati, va fatta una doverosa premessa. L’esclusione tutto sommato a sorpresa dello Young Boys dalla Coppa per mano del San Gallo  (meritatamente finalista, tra l’altro) aveva infatti aperto ai ticinesi l’inattesa strada verso la finalissima della competizione che, come sappiamo, consente di iscrivere il proprio nome sull’albo d’oro della medesima e regala un posto in Europa. Davanti c’era l’undici di Celestini, cliente sicuramente difficile ma alla portata dei ticinesi. La sconfitta e le circostanze che l’hanno provocata (il gol del pareggio dei biancoblù, con un pallone mandato in porta dal vento in occasione del pareggio che portò le squadre ai supplementari, e il rigore fallito da Maric a pochi istanti dal termine degli stessi), sono stati una picconata per i sottocenerini. Al pari, come scrivevamo sopra, della sconfitta casalinga in campionato con il Servette, avvenuta pochi giorni dopo, con i Ginevrini che venivano da due rovesci consecutivi, e con 10 reti incassate in due partite, e in formazione rimaneggiata per via dei problemi avuto con un focolaio di Coronavirus.
Se è vero che le quattro sconfitte consecutive hanno fatto precipitare i luganesi a metà classifica, è anche oggettivo che due di queste sono state contro le avversarie dirette le quali, quindi, oggi sono davanti. In fondo, è il calcio. Sognare è stato bellissimo, ma solo due potevano arrivare in Europa; e il Lugano aveva la squadra per giocarsela, ma non con la certezza di arrivare davanti alle altre.
A nostro parere, quindi, bicchiere mezzo pieno sicuramente. E ora, testa alla prossima stagione.