HOCKEY
"Sogno un titolo con questa maglia"
Niklas Schlegel, portiere del Lugano, si confida alla vigilia di una stagione che lo vedrà molto impegnato
Pubblicato il 31.08.2024 08:29
di Doriano Baserga
Bella iniziativa dell'HC Lugano che giovedì ha invitato i giornalisti al campo d’allenamento di Lenzerheide. A due orette di auto da Lugano, la cittadina grigionese è un luogo di villeggiatura rinomato sia in estate che in inverno. Accolti da una temperatura esterna gradevole, all’interno della pista abbiamo riscoperto il vero freddo.
Giocatori e staff tecnico nel pieno svolgimento di un intenso allenamento con linee già ben definite e portieri sollecitati in continuazione.
Da martedì a oggi dunque un intenso programma di allenamenti. Insomma il Lugano ha lavorato parecchio e chi forse pensava di trascorrere tra qualche ora di "vacanza" è rimasto deluso. Come ci ha confermato Niklas Schlegel dopo il pranzo.
Lo abbiamo potuto incontrare in una location molto ben curata, dove il legno e le pietre la fanno da padrone , avvolta dalla pace della natura e da montagne maestose.
Quest'anno Nicklas non avrà la concorrenza di un portiere straniero, ma bensì del nuovo arrivato Joren van Pottelberghe:
“È un ragazzo straordinario con molta leadership: è un portiere con grande personalità. E’ contento di essere qui e lavorare con me e questo è un particolare importante. Vuole già imparare l’italiano perché vuole integrarsi al meglio qui. Per me è un portiere fortissimo e insieme faremo il bene per la squadra. Si è calato subito nel ruolo di leader dentro lo spogliatoio e vuole giocare, come lo voglio io naturalmente, per far crescere e vincere la squadra. Non conta quante partite giocheremo, conta solo portare più vittorie possibili ai nostri tifosi. “
Anche tu sei una persona con grande carattere comunque...
“Direi che sono una persona umile e che vuole dare sempre il meglio per la squadra. Sono un ragazzo tranquillo, adoro Lugano e in modo particolare il calore dei tifosi, i migliori della Svizzera per me. A Lugano ho trovato la mia seconda casa e mi sento un luganese. Credo che i tifosi sentano questo e capiscano che amo questa maglia e ho voluto imparare l’italiano per avere un rapporto stretto con loro. Quando giro a Lugano, nel Malcantone o nel Mendrisiotto, posso comunicare con tutti e ogni volta mi stupisce come qui la gente sia molto educata e sempre pronta ad aiutarti o coinvolgerti in qualsiasi situazione. Secondo me ogni giocatore che arriva a Lugano dovrebbe imparare la lingua e calarsi nella mentalità dei ticinesi. La gente lo apprezza e poi ti sostiene sempre.”
Il cambio dell'allenatore dei portieri, con la promozione di Paolo Della Bella dagli juniori, come l’hai vissuto?
“In ogni squadra ci sono sempre dei cambiamenti. Ora con Della Bella stiamo imparando a conoscerci e in questo campo di allenamento abbiamo abbiamo lavorato con grande impegno. Mi trovo molto bene e umanamente è una bella persona. Il rapporto umano per me è sempre molto importante.”
E di Luca Gianinazzi cosa mi dici?
“Lo definisco un professore molto preparato nella materia. Accorto su ogni dettaglio e maniaco del lavoro. Sono sicuro che farà bene perché è un allenatore intelligente e vuole trasmetterci le sue idee dì hockey. Sono convinto che in questa stagione faremo un ulteriore step verso un rendimento più continuo. Dovremo evitare i buchi neri che negli ultimi due anni ci hanno impedito alla fine di entrare nei primi sei. Tocca a noi sul ghiaccio dimostrare di essere all’altezza e lo saremo”
Obiettivi di questa stagione?
“Ne parlerà la società nella conferenza stampa a settembre prima di iniziare il campionato. Per me abbiamo una formazione più forte rispetto al passato. Siamo molto più fisici e pertanto dovremo avere una maggior forza in box play e più solidi in cinque contro cinque".
Anche l'aspetto mentale è molto importante, no?
"È proprio così. Sarà importante avere anche una crescita mentale quando magari siamo sotto di due o tre gol. Non mollare e sempre crederci fino all’ultimo secondo e non lasciarci prendere dalla negatività. Cominciamo ad arrivare nei primi sei per poi goderci i play off andando più lontano possibile.”
Ma la parola titolo si pronuncia nello spogliatoio?
“Sarei stupido se ti dicessi che non ci pensiamo. Ogni atleta vuole sempre vincere e andare a conquistare trofei. Sarebbe una festa pazzesca a Lugano e non oso immaginare la pazza gioia dei tifosi. Ma ripeto andiamoci piano, passo dopo passo con la cultura del lavoro uniti per un unico obiettivo. Vincere, vincere e crescere. Poi vedremo dove arriveremo. Spero un giorno di vincere un titolo con questa maglia.”
Ma quest'anno chi è il favorito?
“Difficile dirlo. Zurigo, Zugo, Friborgo e Losanna stanno in alto, questo è sicuro. Noi vogliamo provare a dar loro fastidio, come farà anche il Davos o il Ginevra. Ma il Friborgo avrà un anno molto impegnativo con la Champions, la Spengler e dunque potrebbe perdere punti preziosi in campionato.”
Berna o e Zurigo ti avevano "bocciato" in passato: ci pensi ancora?
“Sarei un ipocrita se ti dicessi di no. In modo particolare ogni vittoria sul Berna la festeggio in modo diversa rispetto alle altre. A Zurigo sono nato e cresciuto e mi hanno sempre trattato molto bene. Inoltre quando torno a giocare mi emoziono sempre perché ci sono i miei famigliari, mia nonna e i miei amici. Ma alla fine l’importante è sempre vincere con tutti.”
Per concludere cosa ti piace del Ticino, di Lugano?
“Tutto. Il Ticino è un posto incantevole e Lugano è bellissima. Quando la vedi poi non la dimentichi più. Il lago con attorno le montagne. IQui le persone fanno la differenza. Sono aperte e parli con tutti e tutto, non solo di hockey. Tutto diverso da Zurigo, quasi due mondi opposti. Da ultimo adoro le costine in estate con i grotti che sono posti magnifici.”
Qui si conclude la mia chiacchierata con un ragazzo che già ammiravo molto e che da oggi ho potuto conoscere meglio. Persone così possono fare la differenza, e non solo sul ghiaccio.
(Foto Keystone)