Verrebbe da dire
che ogni cosa dev’essere sottoposta a critica.
Anche il sorteggio, a questo punto, non va bene. È vero, a parte il Gent, a Thun non si vedranno, almeno sulla carta, grandi squadre, capaci di attirare le grandi folle.
Il Lugano in Conference League, secondo molti, non è più un grande risultato: ci siamo abituati a tutto, anche all’Europa. Il terzo gradino non ci soddisfa, vogliamo l’Europaleague o perché no, la Champions.
Gli americani hanno i soldi? E allora che li tirino fuori, che facciano vedere che sono ambiziosi.
Prima un attaccante (che comunque si sta cercando…) e poi un portiere. Almeno questo. Lo chiedono i tifosi, che ogni domenica “popolano” Cornaredo in 2000/2500 persone (tifosi avversari esclusi).
Non c’è nemmeno la pazienza per uno stadio che sarà pronto tra meno di due anni, non esiste la comprensione per un proprietario che ha speso la bellezza di 50 o più milioni. Tutto va criticato, ormai è questa la moda.
Arrivano squadra serbe, ceche o polacche? È uno scandalo. Noi volevamo la Fiorentina, che purtroppo invece andrà a San Gallo.
Fino a ieri dicevamo che la nostra Super League è di livello scarsissimo, ma oggi, con la puzza sotto il naso, vogliamo affrontare soltanto squadre blasonate. Perlomeno che siano almeno del livello del campionato turco.
Senza pensare che invece, vincendo qualche partita e incassando dei bei soldini, il Lugano potrebbe passare il turno e arrivare a quegli ottavi (almeno i sedicesimi dovrebbero essere garantiti) che farebbero guadagnare immagine e popolarità a un club che sino a pochi anni fa navigava nell’oblìo e che in Europa pochi ricordavano che esistesse.
Forse ci vorrebbe semplicemente più umiltà, ricordarsi da dove si viene e cercare di stare vicini a un club e una squadra che sta facendo il possibile, ma che evidentemente non è ancora (chissà se un giorno lo sarà…) al livello di quelle società che ha affrontato nell’ultimo mese.
Chi gestisce il FC Lugano sta facendo il passo secondo la gamba, miscelando ambizioni e programmazione, con l’intento di crescere ancora. E con la volontà di rendere il futuro solido e possibilmente vincente. Nonostante il negativismo che circola di questi tempi.
Anche il sorteggio, a questo punto, non va bene. È vero, a parte il Gent, a Thun non si vedranno, almeno sulla carta, grandi squadre, capaci di attirare le grandi folle.
Il Lugano in Conference League, secondo molti, non è più un grande risultato: ci siamo abituati a tutto, anche all’Europa. Il terzo gradino non ci soddisfa, vogliamo l’Europaleague o perché no, la Champions.
Gli americani hanno i soldi? E allora che li tirino fuori, che facciano vedere che sono ambiziosi.
Prima un attaccante (che comunque si sta cercando…) e poi un portiere. Almeno questo. Lo chiedono i tifosi, che ogni domenica “popolano” Cornaredo in 2000/2500 persone (tifosi avversari esclusi).
Non c’è nemmeno la pazienza per uno stadio che sarà pronto tra meno di due anni, non esiste la comprensione per un proprietario che ha speso la bellezza di 50 o più milioni. Tutto va criticato, ormai è questa la moda.
Arrivano squadra serbe, ceche o polacche? È uno scandalo. Noi volevamo la Fiorentina, che purtroppo invece andrà a San Gallo.
Fino a ieri dicevamo che la nostra Super League è di livello scarsissimo, ma oggi, con la puzza sotto il naso, vogliamo affrontare soltanto squadre blasonate. Perlomeno che siano almeno del livello del campionato turco.
Senza pensare che invece, vincendo qualche partita e incassando dei bei soldini, il Lugano potrebbe passare il turno e arrivare a quegli ottavi (almeno i sedicesimi dovrebbero essere garantiti) che farebbero guadagnare immagine e popolarità a un club che sino a pochi anni fa navigava nell’oblìo e che in Europa pochi ricordavano che esistesse.
Forse ci vorrebbe semplicemente più umiltà, ricordarsi da dove si viene e cercare di stare vicini a un club e una squadra che sta facendo il possibile, ma che evidentemente non è ancora (chissà se un giorno lo sarà…) al livello di quelle società che ha affrontato nell’ultimo mese.
Chi gestisce il FC Lugano sta facendo il passo secondo la gamba, miscelando ambizioni e programmazione, con l’intento di crescere ancora. E con la volontà di rendere il futuro solido e possibilmente vincente. Nonostante il negativismo che circola di questi tempi.
(Foto Keystone)