Non siamo esperti in statistica, ma non ci risulta che la Ferrari fosse mai riuscita a fare primo posto assoluto a Monza, Montecarlo e Le Mans nella stessa annata. E aggiungiamoci anche, durante la notte, la vittoria nel WEC ad Austin, in Texas, ed ecco che la giornata può dirsi davvero trionfale, anche se le gare di durata, nell'epoca degli highlights e della generazione Z, sembrano interessare di meno. Però, noi coi capelli grigi, che non restiamo indifferenti quando sentiamo cantare un motore a 12 cilindri, o abbiamo come sogno di vedere una volta nella vita la 24h sul circuito della Sarthe, o la 500 miglia di Indianapolis, siamo parecchi: e, allora, consoliamoci e, soprattutto, godiamoci queste gare.
Monza è stato il capolavoro di Charles Leclerc e, diciamolo, di chi ha lavorato tutta l'estate per consentire alla monoposto rossa, in Brianza, di avere un equilibrio, una velocità in rettilineo e una leggerezza tale da consentire, al monegasco, di fare una sosta in meno ai box, e di percorrere un numero che sembrava infinito di giri con lo stesso treno di pneumatici, riuscendo così a tenere dietro le scatenate Mc Laren di Oscar Piastri e Lando Norris che pure, nel finale, giravano più o meno un secondo al giro più veloci (e ci mancherebbe, considerando tutto). Vero: Monza è una pista particolare, dal punto di vista del consumo delle gomme. Però, quando abbiamo sentito il messaggio radio ai box del pilota Ferrari il quale, dopo il cambio gomme, diceva di voler arrivare alla fine con quel treno di pneumatici, non credevamo alle nostre orecchie.
Poi il finale, con la Mc Laren di Piastri che si avvicinava a vista d'occhio sul lunghissimo rettilineo del traguardo di Monza, ma il contagiri in alto a sinistra sullo schermo che, implacabile, segnava il diminuire dei giri mancanti alla fine. Dopodiché, al di là della giusta emozione per la vittoria Ferrari, va anche detto che il mondiale è riaperto (Max Verstappen ha chiuso solo al sesto posto), ma che in Mc Laren, dove il titolo costruttori appare ormai ampiamente alla portata, dovranno decidere cosa fare in futuro. Perché Lando Norris ha i mezzi per raggiungere l'olandese volante e soffiargli il primo posto nella classifica conduttori, ma è logico che vada aiutato con un sano gioco di squadra. Se, alla fine, gli mancheranno i punti di ieri pomeriggio in Brianza, perché qualcuno ha deciso che Oscar Piastri non doveva cedere il secondo posto al compagno di scuderia, meglio piazzato in classifica, quel qualcuno dovrà spiegare. Affaire à suivre, insomma.
Tuttavia, lasciateci godere, oggi, questa vittoria. Ci piace pensare che oggi, da qualche parte, nostro padre e Mauro Forghieri abbiano stappato assieme una bottiglia di Lambrusco per festeggiare una tripletta di valore non solo statistico che, in vita, non avevano mai vissuto. Al netto del fatto che, a essere protagonista della prima doppietta Ferrari Montecarlo-Monza della quale serbiamo il ricordo (1975), fu anche uno degli eroi della nostra infanzia, quel Clay Regazzoni figlio del Ticino del quale, in salotto, conserviamo i modelli delle auto di F1 (e non solo) che guidò in carriera. E che ci fece, anche lui, innamorare di questo sport, dei suoi rumori e dei suoi inconfondibili odori.
Monza è stato il capolavoro di Charles Leclerc e, diciamolo, di chi ha lavorato tutta l'estate per consentire alla monoposto rossa, in Brianza, di avere un equilibrio, una velocità in rettilineo e una leggerezza tale da consentire, al monegasco, di fare una sosta in meno ai box, e di percorrere un numero che sembrava infinito di giri con lo stesso treno di pneumatici, riuscendo così a tenere dietro le scatenate Mc Laren di Oscar Piastri e Lando Norris che pure, nel finale, giravano più o meno un secondo al giro più veloci (e ci mancherebbe, considerando tutto). Vero: Monza è una pista particolare, dal punto di vista del consumo delle gomme. Però, quando abbiamo sentito il messaggio radio ai box del pilota Ferrari il quale, dopo il cambio gomme, diceva di voler arrivare alla fine con quel treno di pneumatici, non credevamo alle nostre orecchie.
Poi il finale, con la Mc Laren di Piastri che si avvicinava a vista d'occhio sul lunghissimo rettilineo del traguardo di Monza, ma il contagiri in alto a sinistra sullo schermo che, implacabile, segnava il diminuire dei giri mancanti alla fine. Dopodiché, al di là della giusta emozione per la vittoria Ferrari, va anche detto che il mondiale è riaperto (Max Verstappen ha chiuso solo al sesto posto), ma che in Mc Laren, dove il titolo costruttori appare ormai ampiamente alla portata, dovranno decidere cosa fare in futuro. Perché Lando Norris ha i mezzi per raggiungere l'olandese volante e soffiargli il primo posto nella classifica conduttori, ma è logico che vada aiutato con un sano gioco di squadra. Se, alla fine, gli mancheranno i punti di ieri pomeriggio in Brianza, perché qualcuno ha deciso che Oscar Piastri non doveva cedere il secondo posto al compagno di scuderia, meglio piazzato in classifica, quel qualcuno dovrà spiegare. Affaire à suivre, insomma.
Tuttavia, lasciateci godere, oggi, questa vittoria. Ci piace pensare che oggi, da qualche parte, nostro padre e Mauro Forghieri abbiano stappato assieme una bottiglia di Lambrusco per festeggiare una tripletta di valore non solo statistico che, in vita, non avevano mai vissuto. Al netto del fatto che, a essere protagonista della prima doppietta Ferrari Montecarlo-Monza della quale serbiamo il ricordo (1975), fu anche uno degli eroi della nostra infanzia, quel Clay Regazzoni figlio del Ticino del quale, in salotto, conserviamo i modelli delle auto di F1 (e non solo) che guidò in carriera. E che ci fece, anche lui, innamorare di questo sport, dei suoi rumori e dei suoi inconfondibili odori.
(Foto Keystone)