Lo
sport non è una semplice metafora della vita. La scavalca, va oltre.
Il racconto di alcuni suoi avvenimenti non finisce mai. Viene narrato
e ricostruito continuamente. La storia che più ammalia i tifosi, è quella dove ci sono grandi rivalità e personaggi carismatici.
Scorre il tempo e alibi e ragioni si confondono continuamente.
Valentino Rossi e Marc Marquez agonisticamente hanno segnato un
decennio: da amici sono diventati eterni. L'italiano parla della
stagione, 2015, in cui poteva conquistare il suo decimo titolo.
Rammenta: “Tutto è iniziato in Argentina. È scappato. Ma
nella seconda parte ho iniziato a recuperarlo, e l'ho superato. Viene
verso di me, per colpirmi e cercare di buttarmi via. Ci siamo toccati
ed è caduto”. Un episodio che incise sul loro rapporto, che si
cominciò a rompere. Fuori dalla pista cercarono di intrattenere una
relazione cordiale, ma tutto era cambiato. Cinque gare dopo ecco un
nuovo scontro. Il diverbio scoppiò inevitabile, era il segno che era
guerra. Marquez non poteva vincere il titolo, cosa che poteva fare
Lorenzo. Una santa alleanza di cui il Dottore era stato avvertito:
“Ho amici spagnoli che mi dissero fai attenzione: che se non
vince lui (Marquez) non vinci tu”. Rossi accusò
pubblicamente gli spagnoli di ordire un complotto, si disse: “Almeno
lo espongo, davanti a tutti”. Il resto è noto. In Malesia il
Mondiale si decise e Valentino lo perse, complice, secondo la sua
versione, le scorrettezze di Marquez. Ci fu una collisione tra i due
e l'italiano fu penalizzato. Nel GP conclusivo partì dall'ultima
fila. E Lorenzo ottenne i punti decisivi per conquistare il titolo.
Alla fine il distacco fu di sole cinque lunghezze. Per Valentino la
delusione e l'amarezza furono grandi e la ferita, evidentemente, è ancora aperta. E lui non dimentica: “Dopo tutto quello che è successo,
stava ancora cercando di leccarmi il culo”. E non intende
perdonare. Respinti gli approcci di Marquez per stringersi la mano. La pace è lontana.
(Foto Keystone)