FORMULA UNO
Lando Norris può vincere il Mondiale
Ma Verstappen è un fenomeno anche nel gestire la pressione
Pubblicato il 18.09.2024 05:12
di Silvano Pulga
Nello sport da competizione contano i numeri. E oggi, in Formula 1, ci dicono che Max Verstappen ha 313 punti, cioè 54 in più di Lando Norris, 78 rispetto a Charles Leclerc e 91 di vantaggio su Oscar Piastri. Con 7 Gran Premi e 3 gare sprint da correre, ci sono ancora in palio un massimo di 206 lunghezze. I primi 4 ne incassano rispettivamente, come noto, 25, 18, 15 e 13 (8, 7, 6 e 5 nelle corse brevi). Questa, la matematica: vale a dire qualcosa di oggettivo. Poi, ovviamente, c'è tutto il resto. In una situazione normale, a livello di classifica piloti, l'olandese volante avrebbe dalla sua un vantaggio tutto sommato considerevole, anche in presenza di avversari (perlomeno quelli con le monoposto color papaya) forti, entrambi competitivi e, tutto sommato, tutti e due in gioco, al netto di un Charles Leclerc su Ferrari ancora in grado di dire la sua, e quindi di poter togliere punti agli altri concorrenti. In McLaren hanno dimostrato, tra l'altro, di non essere troppo abituati a queste temperature: ma, va detto, non sarebbe facile neppure per gente più scafata, tipo quelli che stanno in qualche box più indietro (nomi non ne facciamo, così chi ci legge può mettere chi vuole). Se è vero infatti che Lando Norris è davanti (i numeri sono belli perché oggettivi), basterebbe una vittoria del suo compagno australiano unita a una gara sfortunata del britannico per rimettere tutto in discussione. A quel punto, diventerebbe arduo parlare di gioco di squadra, ancora di più di quanto lo sia adesso. Certo, il britannico è forte, tanto. E sa di potersi giocare le sue carte, anche se certi errori come quello delle qualifiche del sabato, nel passato fine settimana, non si dovranno più ripetere. Rispetto a Max, il suo vero problema è la testa. Il campione del mondo è un fenomeno, a parità di macchina, e si difende anche con una monoposto non all'altezza. Ma, contro di lui, ci sono tante situazioni difficili, che gli stanno creando inquietudini, per affrontare le quali sembrerebbe non essere del tutto attrezzato. Intanto, ha un compagno di squadra che non è in grado di aiutarlo (quello di Baku è stato l'ultimo di tanti episodi quantomeno, diciamo così, interlocutori). In Red Bull, oltretutto, si respira un'aria da fine impero che neppure in certi film sull'antica Roma del secolo scorso. A noi piace pensare che Adrian Newey voglia andarsene da vincitore, perlomeno nel mondiale piloti (quello costruttori è andato: Max è da solo contro due, quattro se ci mettiamo anche Carlos Sainz e Charles Leclerc su Ferrari), e ci aspettiamo un suo ultimo colpo di genio per riportare il giovanotto batavo sul gradino più alto del podio. Però, è un fatto che i nuvoloni sulla scuderia anglo austriaca siano una coltre molto, molto spessa. E non è detto che papà Verstappen, a fine stagione, non si avvalga della fantomatica possibilità di fuga che il ricco contratto concederebbe al figlio prediletto. E la Ferrari? Charles Leclerc arrabbiato a Baku è un buon segnale, come annotava anche Leo Turrini: se a Maranello si adombrano per un secondo posto, vuol dire che l'ambiente ha smesso di accontentarsi. Se non altro, la monoposto sembra tornata competitiva, e potrebbe regalare ai tanti tifosi del Cavallino qualche soddisfazione autunnale. In fondo, il rosso è il colore della stagione che verrà.
(Foto Keystone)