I TOP
Mauro Lustrinelli: l’ex attaccante del Bellinzona è per
noi l’allenatore dell’anno. Grazie al suo lavoro e alla sua dedizione, la
nazionale rossocrociata Under 21 strappa il biglietto per i prossimi Europei di
categoria, un traguardo non scontato, visto e considerato che la Svizzera non
lo centrava da dieci anni. Il bilancio è “quasi” straordinario: 9 vittorie ed
una sola sconfitta (a qualificazione già ampiamente raggiunta). Bravo Mauro!
Maurizio Jacobacci: il tecnico campione svizzero del
2001 (era vice di Bidu Zaugg nel Grasshopper) trasforma il Lugano in una
squadra solida e affidabile. Senza inventare nulla ma affidandosi al buon senso
e alla disciplina di gruppo. Non è un caso se i bianconeri sotto la sua guida collezionano
17 risultati utili consecutivi e diventano una delle più belle realtà del
calcio elvetico. Serio e pragmatico attende il rinnovo del contratto. Renzetti
glielo concederà? Tormentone.
Mjiat Maric: il difensore centrale bianconero è
senza dubbio uno dei leader del Lugano. Tenace, possente, bravo a leggere le
situazioni, quando capita si trasforma in attaccante con un fiuto del gol
micidiale. Nel 2020 permette alla squadra bianconera di conquistare punti
importanti grazie alle sue “scorribande” offensive. Ragazzo modesto e umile, è
considerato da Maurizio Jacobacci una pedina fondamentale: con Daprelà e
Kecskes forma un terzetto di “corazzieri” invidiato dagli altri club svizzeri.
Noé Ponti:
era dai tempi di Flavia Rigamonti che il nuoto ticinese non finisce così
frequentemente sulla ribalta mediatica nazionale. Grazie a tutta una serie di
primati personali e svizzeri il “tritone” della Nuoto Locarno sarà presente
alle prossime Olimpiadi di Tokio (nella speranza che possano aver luogo) nelle
quali non intende affatto fungere da comparsa. L’obiettivo è quello di centrare
una finale! I risultati del 2020 suggeriscono ottimismo.
Ajla del Ponte: nell’anno della pandemia e del ritiro
dalle competizioni di Irene Pusterla, un’altra atleta ticinese raggiunge
risultati strepitosi. La losonese Ajla del Ponte si aggiudica infatti due gare
della prestigiosa Diamond League, la prova del Galà dei Castelli, dei titoli
nazionali e stabilisce pure il primato svizzero sui 100 e 200 metri. Nella
stagione della sua definitiva consacrazione è inoltre nominata atleta svizzera
e miglior sportiva ticinese dell’anno.
Elvis Merzlikins: in barba a coloro che dubitavano di
lui, l’ex portiere del Lugano esce bene dalla sua prima esperienza nel
campionato più bello e più duro del mondo. Dopo un inizio complicato, Elvis si
ritaglia uno spazio importante nei Columbus Blue Jackets. A fare la differenza
non sono soltanto le sue parate spettacolari ma un attitudine psicologica da
veterano. Non facile per un debuttante nella National Hockey League.
Julius Nättinen: giudizi frettolosi e pure
superficiali lo avevano liquidato come “oggetto misterioso”. Poi, però, quando
il finlandese ha cambiato marcia è diventato immediatamente il “nuovo” Kubalik
dell’Ambrì Piotta. La verità è che Julius ha faticato ad adattarsi alla realtà
svizzera e, complice anche un infortunio, si è messo in moto con qualche
settimana di ritardo. Poi è stato devastante.
Gianluca Barilari: anche il basket svizzero ogni tanto offre
grandi emozioni. Considerato uno sport di seconda fascia in campo nazionale, si
toglie una grandissima soddisfazione grazie alla nazionale che manda al tappeto
la Serbia, una delle “grandi” del panorama internazionale. Un successo che
tiene aperta la porta per gli Europei del 2022. E il merito principale è del
tecnico Gianluca Barilari, che ha saputo costruire e forgiare una squadra
solida e finalmente combattiva.
I FLOP
Vladimir Petkovic: il bilancio della nazionale
rossocrociata del 2020 è deludente. Non ha vinto una sola partita e non si è
neppure qualificata per la fase finale di Nations League, conservando per altro
il posto nel gruppo A. Per Vlado è certamente il momento più difficile da
quando ha preso in mano la nostra massima rappresentativa nel 2014. A livello
di gioco, è pur vero, la Svizzera ha mostrato buone cose contro avversari di
rango (Spagna e Germania). Ma non è sufficiente per giustificare un’annata che definire
controversa non è affatto fuori luogo.
Valerio Jemmi: anno da dimenticare per il Bellinzona.
La gestione tecnica è stata semplicemente fallimentare e le colpe sono da
distribuire fra giocatori, allenatore e dirigenti. Valerio Jemmi, chiamato al
posto di Maurizio Jacobacci (partito a Lugano all’improvviso) aveva in mente un
progetto che prevedeva lo svecchiamento della prima squadra e di riflesso la “messa a riposo” di quei giocatori che sono ormai nella Capitale da troppo
tempo. Una scelta legittima, che però il mister “fatto in casa” non ha saputo
gestire bene assumendo atteggiamenti rodomonteschi che alla fine gli si sono
girati contro. I toni usati da Valerio con la squadra non sono stati paganti.
Nicola Bignotti: nell’anno solare il Chiasso ha
occupato costantemente l’ultimo posto in classifica nel torneo cadetto. Con
Lupi prima e Raineri poi. Una situazione
alquanto complicata, della quale è pure responsabile il massimo dirigente
Nicola Bignotti che ha allestito delle rose che non sono all’altezza della
bisogna. Va bene che mancano i soldi ma Chiasso è diventato ormai un porto di
mare… Avanti così rischia davvero di
finire in Prima Promotion. Sì, perché stavolta la relegazione non è stata
abolita…
Rangelo Janga: avrebbe dovuto essere il terminale
ideale per l’attacco (piuttosto spuntato) bianconero e invece si è rivelato un
flop. Nonostante il suo impegno e pure un po’ di sfortuna, l’attaccante di
origini olandesi non è riuscito a segnare una sola rete nelle tredici partite
in cui è sceso in campo. Insufficiente. Lo stesso dicasi per tale Jens Odgaard
che nella breve esperienza bianconera non ha mai visto la porta.
Simone Rapp: l’attaccante del Locarno è scomparso
dai radar. Dopo l’ottima esperienza a Thun, in un ambiente ideale per la
crescita di un giovane calciatore, a San Gallo prima e Losanna poi non è più
riuscito a confermarsi. Rimandato in prestito a Thun, non ha saputo evitare la
relegazione della squadra bernese in Challenge League. Giocatore da rilanciare.
Alessandro Lupi: il suo bilancio in terra chiassese
non è affatto lusinghiero. Basti dire che da giugno ad agosto scorso, quando la
Challenge League era ripresa dopo la pausa forzata dovuta al Covid-19, ha vinto
una sola partita.
Lara Gut Behrami: la sua ultima vittoria in Coppa del
Mondo risale al 21 febbraio nella discesa di Crans Montana. Poi la ragazza di
Comano non è più salita sul podio, accumulando piazzamenti fra le prime dieci
ma senza un acuto dei “suoi”, di quelli che l’avevano portata ai vertici dello
sci mondiale. I prossimi mondiali di Cortina sono l’occasione migliore per
tornare a brillate. Ci vorranno grinta e cuore. Auguri.
Lega hockey: demenziale, assurdo. Ma ci sarebbero
altri aggettivi per definire o descrivere il calendario scritto dai
“cervelloni” della Lega. Sembra tuttavia che ai club interessi poco questa
grave stortura che da anni va avanti “impunita”.