TOP E FLOP DEL 2020
Lustrinelli, che impresa!
Un anno difficile, anche per scegliere i migliori e i "peggiori" del nostro sport
Pubblicato il 31.12.2020 12:51
di M.A.
I TOP
 
Mauro Lustrinelli: l’ex attaccante del Bellinzona è per noi l’allenatore dell’anno. Grazie al suo lavoro e alla sua dedizione, la nazionale rossocrociata Under 21 strappa il biglietto per i prossimi Europei di categoria, un traguardo non scontato, visto e considerato che la Svizzera non lo centrava da dieci anni. Il bilancio è “quasi” straordinario: 9 vittorie ed una sola sconfitta (a qualificazione già ampiamente raggiunta). Bravo Mauro!
Maurizio Jacobacci: il tecnico campione svizzero del 2001 (era vice di Bidu Zaugg nel Grasshopper) trasforma il Lugano in una squadra solida e affidabile. Senza inventare nulla ma affidandosi al buon senso e alla disciplina di gruppo. Non è un caso se i bianconeri sotto la sua guida collezionano 17 risultati utili consecutivi e diventano una delle più belle realtà del calcio elvetico. Serio e pragmatico attende il rinnovo del contratto. Renzetti glielo concederà? Tormentone.
Mjiat Maric: il difensore centrale bianconero è senza dubbio uno dei leader del Lugano. Tenace, possente, bravo a leggere le situazioni, quando capita si trasforma in attaccante con un fiuto del gol micidiale. Nel 2020 permette alla squadra bianconera di conquistare punti importanti grazie alle sue “scorribande” offensive. Ragazzo modesto e umile, è considerato da Maurizio Jacobacci una pedina fondamentale: con Daprelà e Kecskes forma un terzetto di “corazzieri” invidiato dagli altri club svizzeri.
Noé Ponti:  era dai tempi di Flavia Rigamonti che il nuoto ticinese non finisce così frequentemente sulla ribalta mediatica nazionale. Grazie a tutta una serie di primati personali e svizzeri il “tritone” della Nuoto Locarno sarà presente alle prossime Olimpiadi di Tokio (nella speranza che possano aver luogo) nelle quali non intende affatto fungere da comparsa. L’obiettivo è quello di centrare una finale! I risultati del 2020 suggeriscono ottimismo.
Ajla del Ponte: nell’anno della pandemia e del ritiro dalle competizioni di Irene Pusterla, un’altra atleta ticinese raggiunge risultati strepitosi. La losonese Ajla del Ponte si aggiudica infatti due gare della prestigiosa Diamond League, la prova del Galà dei Castelli, dei titoli nazionali e stabilisce pure il primato svizzero sui 100 e 200 metri. Nella stagione della sua definitiva consacrazione è inoltre nominata atleta svizzera e miglior sportiva ticinese dell’anno.
 
Elvis Merzlikins: in barba a coloro che dubitavano di lui, l’ex portiere del Lugano esce bene dalla sua prima esperienza nel campionato più bello e più duro del mondo. Dopo un inizio complicato, Elvis si ritaglia uno spazio importante nei Columbus Blue Jackets. A fare la differenza non sono soltanto le sue parate spettacolari ma un attitudine psicologica da veterano. Non facile per un debuttante nella National Hockey League.
Julius Nättinen: giudizi frettolosi e pure superficiali lo avevano liquidato come “oggetto misterioso”. Poi, però, quando il finlandese ha cambiato marcia è diventato immediatamente il “nuovo” Kubalik dell’Ambrì Piotta. La verità è che Julius ha faticato ad adattarsi alla realtà svizzera e, complice anche un infortunio, si è messo in moto con qualche settimana di ritardo. Poi è stato devastante.
Gianluca Barilari: anche il basket svizzero ogni tanto offre grandi emozioni. Considerato uno sport di seconda fascia in campo nazionale, si toglie una grandissima soddisfazione grazie alla nazionale che manda al tappeto la Serbia, una delle “grandi” del panorama internazionale. Un successo che tiene aperta la porta per gli Europei del 2022. E il merito principale è del tecnico Gianluca Barilari, che ha saputo costruire e forgiare una squadra solida e finalmente combattiva.
 
I FLOP
 
Vladimir Petkovic: il bilancio della nazionale rossocrociata del 2020 è deludente. Non ha vinto una sola partita e non si è neppure qualificata per la fase finale di Nations League, conservando per altro il posto nel gruppo A. Per Vlado è certamente il momento più difficile da quando ha preso in mano la nostra massima rappresentativa nel 2014. A livello di gioco, è pur vero, la Svizzera ha mostrato buone cose contro avversari di rango (Spagna e Germania). Ma non è sufficiente per giustificare un’annata che definire controversa non è affatto fuori luogo.
Valerio Jemmi: anno da dimenticare per il Bellinzona. La gestione tecnica è stata semplicemente fallimentare e le colpe sono da distribuire fra giocatori, allenatore e dirigenti. Valerio Jemmi, chiamato al posto di Maurizio Jacobacci (partito a Lugano all’improvviso) aveva in mente un progetto che prevedeva lo svecchiamento della prima squadra e di riflesso la “messa a riposo” di quei giocatori che sono ormai nella Capitale da troppo tempo. Una scelta legittima, che però il mister “fatto in casa” non ha saputo gestire bene assumendo atteggiamenti rodomonteschi che alla fine gli si sono girati contro. I toni usati da Valerio con la squadra non sono stati paganti.
Nicola Bignotti: nell’anno solare il Chiasso ha occupato costantemente l’ultimo posto in classifica nel torneo cadetto. Con Lupi prima e Raineri poi.  Una situazione alquanto complicata, della quale è pure responsabile il massimo dirigente Nicola Bignotti che ha allestito delle rose che non sono all’altezza della bisogna. Va bene che mancano i soldi ma Chiasso è diventato ormai un porto di mare… Avanti così  rischia davvero di finire in Prima Promotion. Sì, perché stavolta la relegazione non è stata abolita…
Rangelo Janga: avrebbe dovuto essere il terminale ideale per l’attacco (piuttosto spuntato) bianconero e invece si è rivelato un flop. Nonostante il suo impegno e pure un po’ di sfortuna, l’attaccante di origini olandesi non è riuscito a segnare una sola rete nelle tredici partite in cui è sceso in campo. Insufficiente. Lo stesso dicasi per tale Jens Odgaard che nella breve esperienza bianconera non ha mai visto la porta.
Simone Rapp: l’attaccante del Locarno è scomparso dai radar. Dopo l’ottima esperienza a Thun, in un ambiente ideale per la crescita di un giovane calciatore, a San Gallo prima e Losanna poi non è più riuscito a confermarsi. Rimandato in prestito a Thun, non ha saputo evitare la relegazione della squadra bernese in Challenge League. Giocatore da rilanciare.
Alessandro Lupi: il suo bilancio in terra chiassese non è affatto lusinghiero. Basti dire che da giugno ad agosto scorso, quando la Challenge League era ripresa dopo la pausa forzata dovuta al Covid-19, ha vinto una sola partita.
Lara Gut Behrami: la sua ultima vittoria in Coppa del Mondo risale al 21 febbraio nella discesa di Crans Montana. Poi la ragazza di Comano non è più salita sul podio, accumulando piazzamenti fra le prime dieci ma senza un acuto dei “suoi”, di quelli che l’avevano portata ai vertici dello sci mondiale. I prossimi mondiali di Cortina sono l’occasione migliore per tornare a brillate. Ci vorranno grinta e cuore. Auguri.
Lega hockey: demenziale, assurdo. Ma ci sarebbero altri aggettivi per definire o descrivere il calendario scritto dai “cervelloni” della Lega. Sembra tuttavia che ai club interessi poco questa grave stortura che da anni va avanti “impunita”.