Luca Fazzini e Inti Pestoni. I simboli ticinesi delle nostre due squadre.
Due interviste nel post-partita di ieri che a un certo punto si toccano. Convergono.
Nella parole dei due protagonisti spuntano l’orgoglio per la vittoria e per un inizio di campionato positivo, e la consapevolezza di chi sa di dover da subito fare benissimo.
Il Fazz sfodera l’arma del coraggio quando dice che “siamo il Lugano e dovremmo far sempre paura agli avversari”.
Ci si carica già alla terza giornata, com’è giusto che sia.
Inti sfodera il tema, sempre attualissimo, della continuità! Non si può giocare bene per un tempo e poi mollare. La partita di ieri contro il Kloten, comunque vinta ai rigori, deve servire da lezione.
Entrambi, nelle loro brevi interviste alla RSI, usano il verbo “tremare”.
Sì, anche in questo inizio di stagione, l’aspetto mentale diventa importante.
Fazzini spiega l’ancora balbettante power-play del Lugano con i retaggi di una stagione che aveva lasciato brutte sensazioni. Ora la squadra vorrebbe dimostrare ai tifosi di aver imparato come si gioca in superiorità numerica e ogni tanto, quando si vuol “strafare”, esiste il rischio che il disco sul bastone possa tremare.
Pestoni invece, dopo aver fatto il “mea culpa” per la mancata continuità, si lascia andare in un elogio. Sul 2 a 2 (l’Ambrì era in vantaggio per 2 a 0) le gambe avrebbero potuto tremare e invece la squadra, in mezzo a qualche difficoltà, è riuscita a ottenere la prima vittoria. Certo, “solo” ai rigori, ma almeno la beffa è stata evitata. E in simili partite, è già qualcosa.
La stagione è ancora lunghissima e capiterà di tremare ancora, com’è normale che sia. L’importante, alla fine, è sconfiggere la paura. Perché le grandi squadre hanno tutte paura, ma qualcuna meno delle altre. E alla fine, è anche così che si vince.
Due interviste nel post-partita di ieri che a un certo punto si toccano. Convergono.
Nella parole dei due protagonisti spuntano l’orgoglio per la vittoria e per un inizio di campionato positivo, e la consapevolezza di chi sa di dover da subito fare benissimo.
Il Fazz sfodera l’arma del coraggio quando dice che “siamo il Lugano e dovremmo far sempre paura agli avversari”.
Ci si carica già alla terza giornata, com’è giusto che sia.
Inti sfodera il tema, sempre attualissimo, della continuità! Non si può giocare bene per un tempo e poi mollare. La partita di ieri contro il Kloten, comunque vinta ai rigori, deve servire da lezione.
Entrambi, nelle loro brevi interviste alla RSI, usano il verbo “tremare”.
Sì, anche in questo inizio di stagione, l’aspetto mentale diventa importante.
Fazzini spiega l’ancora balbettante power-play del Lugano con i retaggi di una stagione che aveva lasciato brutte sensazioni. Ora la squadra vorrebbe dimostrare ai tifosi di aver imparato come si gioca in superiorità numerica e ogni tanto, quando si vuol “strafare”, esiste il rischio che il disco sul bastone possa tremare.
Pestoni invece, dopo aver fatto il “mea culpa” per la mancata continuità, si lascia andare in un elogio. Sul 2 a 2 (l’Ambrì era in vantaggio per 2 a 0) le gambe avrebbero potuto tremare e invece la squadra, in mezzo a qualche difficoltà, è riuscita a ottenere la prima vittoria. Certo, “solo” ai rigori, ma almeno la beffa è stata evitata. E in simili partite, è già qualcosa.
La stagione è ancora lunghissima e capiterà di tremare ancora, com’è normale che sia. L’importante, alla fine, è sconfiggere la paura. Perché le grandi squadre hanno tutte paura, ma qualcuna meno delle altre. E alla fine, è anche così che si vince.
(Foto Keystone)