Ciclismo
E anche nel ciclismo si spende troppo
Il mondo delle due ruote si interroga sul suo futuro
Pubblicato il 28.09.2024 04:06
di Red.
La giornata di domenica promette, tutti si aspettano che sia epocale. Gli appassionati sono in fibrillazione. Si attende il grande duello. Il percorso è adatto alle grandi imprese, l'emozione è garantita. A Zurigo Pogacar ed Evenepoel (nella foto Keystone) si sfideranno senza tregua, metteranno sulla strada il loro coraggio e pedaleranno senza timori. Ma il gruppo, i direttori sportivi devono guardare al futuro, la stagione sta per terminare. Il ciclismo deve affrontare un cambiamento, che influenzerà il lungo termine. La PWC, il gigante della consulenza, ha condotto uno studio, ha analizzato i conti delle squadre. La prima idea è quella di introdurre: il limite di spesa. Il dato è evidente, i segni sono inconfutabili: è cresciuta, in modo ampia e preoccupante, la distanza economica tra le squadre del World Tour. Ergo: servirebbe un limite. Adam Hansen, presidente dell'Associazione che rappresenta i professionisti, sostiene che “possa essere un passo avanti”. Il modello di riferimento è ancora una volta quello americano, un classico di questi tempi. Javier Guillén, direttore della Vuelta, auspica che migliori la competitività, altrimenti sono destinate a vincere sempre le stesse squadre. Alex Carera, l'agente di Pogacar, è contrario, sostiene che il mercato dovrebbe essere libero. E che la via americana non è proponibile in Europa. Eusebio Unzue, direttore del team Movistar, è perentorio: “Siamo di fronte a cifre di bilancio che non hanno senso”. Richard Plugge, direttore generale del Team Visma, pensa che sia “necessario un limite massimo e minimo di budget” per far parte del circuito, ma è fatalista: “Lo sport è una cosa ingiusta per natura”. Il dibattito è aperto, le voci sono discordanti.
(Foto Keystone)