Nel weekend l’Ambrì ha intascato due punti. In sostanza ne manca uno, che si sarebbe dovuto ottenere contro il Bienne. In una partita dominata, che in qualche modo però i bernesi sono riusciti a portare sino all’overtime, con pure una buona dose di fortuna. E così al posto della posta piena, i leventinesi si sono dovuti accontentare di una vittoria dopo il 60’.
A Berna francamente i biancoblù hanno pochi rimpianti. Certo, il crollo nella seconda parte della frazione centrale, era da evitare, ma nel complesso i rimpianti sono pochi. Quando l’avversario è più meritevole, c’è poco da fare. Certo che l’hockey è davvero strano. Sino a lì l’Ambrì non aveva mai incassato reti in boxplay, respingendo ben 11 tentativi avversari. A Berna invece sono bastati 5’’ di powerplay a Loeffel per esultare subito. E come se non bastasse, qualche minuto più tardi, lo stesso difensore si è ripetuto. Gira e rigira, si evince come spesso le situazioni speciali siano decisive. "Dimmi come ti comporti in superiorità e in inferiorità numerica, e ti dirò il tuo risultato". Altro fattore che sicuramente ha influito, sono i tanti ingaggi persi, specialmente appunto quelli importanti nelle fasi con l’uomo in meno sul ghiaccio. Prima del match di Berna, la squadra di Cereda era al settimo posto della speciale classifica con oltre il 50% di ingaggi vinti. Alla PostFinance Arena invece c’è stato un netto calo: 22 ingaggi conquistati su 60, ovvero nemmeno il 37% di riuscita, con Heim (31%) e l’altrimenti ottimo Landry (35%) in chiara difficoltà. I due si sono incaricati di effettuare 11 ingaggi a testa facendo la parte del leone. Sarebbe cambiato qualcosa con Philippe Maillet? Certo l’Ambrì ha la coperta più lunga e nelle prime due e uniche uscite stagionali prima dell’infortunio il canadese aveva avuto solamente il 48% di ingaggi vinti. Non bisogna però nemmeno dimenticarsi che sulla carta il 31enne sarebbe il primo centro della squadra e il suo stop complica e di parecchio la vita a Luca Cereda e il suo staff. Non solo per quanto riguarda gli ingaggi, ma anche un po’ per tutto il resto. Eppure, malgrado questa defezione, l’Ambrì sino al confronto di Berna era appunto sempre andato a punti. E se pensiamo che anche Kubalik e Ang non stanno ancora rendendo a livello contabile, il tutto assume contorni ancora più lusinghieri. Il ceco ha segnato solamente all’esordio contro il Rapperswil e sta fallendo più chance del solito. Anche in powerplay il suo tiro non è ancora così letale. Alcuni si chiedono se il suo rendimento, al di sotto delle attese, non sia da attribuire alla famosa situazione contrattuale. Pure speculazioni, il nativo di Pilsen è un vero professionista e quando scende sul ghiaccio il focus è tutto sull’hockey giocato. Le distrazioni non fanno parte del suo DNA. Semplicemente il 29nne non sta attraversando il suo miglior momento di forma. C’è da preoccuparsi? No, perché chi è dotato di un simile talento e dispone di certe capacità, alla fine torna sempre grande. Diverso invece il discorso per Ang, ancora all’asciutto di gol. L’ex Kloten a livello hockeistico è alcune spanne sotto Kubalik, di conseguenza anche le aspettative sono minori, ma è chiaro che anche dal canadese ci si attende qualcosa a livello di produzione. In questo caso sì che può nascere qualche cruccio in prospettiva futura. L’impegno ed essere propositivi non basta, Ang dovrà progredire. Avrà i numeri per farlo?
A Berna francamente i biancoblù hanno pochi rimpianti. Certo, il crollo nella seconda parte della frazione centrale, era da evitare, ma nel complesso i rimpianti sono pochi. Quando l’avversario è più meritevole, c’è poco da fare. Certo che l’hockey è davvero strano. Sino a lì l’Ambrì non aveva mai incassato reti in boxplay, respingendo ben 11 tentativi avversari. A Berna invece sono bastati 5’’ di powerplay a Loeffel per esultare subito. E come se non bastasse, qualche minuto più tardi, lo stesso difensore si è ripetuto. Gira e rigira, si evince come spesso le situazioni speciali siano decisive. "Dimmi come ti comporti in superiorità e in inferiorità numerica, e ti dirò il tuo risultato". Altro fattore che sicuramente ha influito, sono i tanti ingaggi persi, specialmente appunto quelli importanti nelle fasi con l’uomo in meno sul ghiaccio. Prima del match di Berna, la squadra di Cereda era al settimo posto della speciale classifica con oltre il 50% di ingaggi vinti. Alla PostFinance Arena invece c’è stato un netto calo: 22 ingaggi conquistati su 60, ovvero nemmeno il 37% di riuscita, con Heim (31%) e l’altrimenti ottimo Landry (35%) in chiara difficoltà. I due si sono incaricati di effettuare 11 ingaggi a testa facendo la parte del leone. Sarebbe cambiato qualcosa con Philippe Maillet? Certo l’Ambrì ha la coperta più lunga e nelle prime due e uniche uscite stagionali prima dell’infortunio il canadese aveva avuto solamente il 48% di ingaggi vinti. Non bisogna però nemmeno dimenticarsi che sulla carta il 31enne sarebbe il primo centro della squadra e il suo stop complica e di parecchio la vita a Luca Cereda e il suo staff. Non solo per quanto riguarda gli ingaggi, ma anche un po’ per tutto il resto. Eppure, malgrado questa defezione, l’Ambrì sino al confronto di Berna era appunto sempre andato a punti. E se pensiamo che anche Kubalik e Ang non stanno ancora rendendo a livello contabile, il tutto assume contorni ancora più lusinghieri. Il ceco ha segnato solamente all’esordio contro il Rapperswil e sta fallendo più chance del solito. Anche in powerplay il suo tiro non è ancora così letale. Alcuni si chiedono se il suo rendimento, al di sotto delle attese, non sia da attribuire alla famosa situazione contrattuale. Pure speculazioni, il nativo di Pilsen è un vero professionista e quando scende sul ghiaccio il focus è tutto sull’hockey giocato. Le distrazioni non fanno parte del suo DNA. Semplicemente il 29nne non sta attraversando il suo miglior momento di forma. C’è da preoccuparsi? No, perché chi è dotato di un simile talento e dispone di certe capacità, alla fine torna sempre grande. Diverso invece il discorso per Ang, ancora all’asciutto di gol. L’ex Kloten a livello hockeistico è alcune spanne sotto Kubalik, di conseguenza anche le aspettative sono minori, ma è chiaro che anche dal canadese ci si attende qualcosa a livello di produzione. In questo caso sì che può nascere qualche cruccio in prospettiva futura. L’impegno ed essere propositivi non basta, Ang dovrà progredire. Avrà i numeri per farlo?
(Dominik Kubalik, nella foto Keystone)