CICLISMO
Neilson Powless a braccia alzate
Spettacolare fuga e vittoria dello statunitense nel Giro del Piemonte
Pubblicato il 11.10.2024 06:36
di Silvano Pulga
Neilson Powless (EF Education - Easypost) come Alberto Bettiol nella Milano-Torino di questa primavera: arrivo a braccia alzate, quindi, in questa edizione del Gran Piemonte, che tirerà la volata al Lombardia, la classica delle Foglie Morte, la quale chiuderà la grande stagione del ciclismo professionistico. Dietro di lui, il neozelandese Corbin Strong (Israel Prenier Tech), che ha vinto la volata degli inseguitori, e il campione nazionale spagnolo Alexander Aranburu Deva della Movistar a completare il podio  Lo statunitense ha vinto con un'azione in solitaria, in una edizione di questa grande classica caratterizzata da un percorso pianeggiante nei primi 100 km circa, per diventare più nervoso nella seconda parte (con le salite del Passo della Colma, di Cremosina e di Traversagna ma con una conclusione in falsopiano sul circuito (11 km) attorno all'abitato di Borgomanero, località di arrivo. Una gara divertente, caratterizzata da una lunga fuga di 4 elementi (Nikolas Zukowski, Luca Colnaghi, Francisco Muñoz e Andrii Ponomar), i quali sono arrivati a guadagnare sino a 6'15 di vantaggio, per poi essere raggiunti da un gruppo di 19 elementi, con Neilson Powless che è partito, come scrivevamo sopra, da solo a 40 km dall'arrivo, visto lo scarso accordo dei corridori del gruppetto di testa. 
Nonostante la grande velocità di chi inseguiva, l'americano ha tenuto duro, anche perché, dietro, è mancato l'accordo tra gli inseguitori, più preoccupati di mettere qualche avversario nella condizione di vincere la volata che di andare a prendere il fuggitivo il quale, a fine gara, ha esternato tutta la propria felicità. Del resto, ha dichiarato, si lavora tanto durante tutto l'anno per poter vivere momenti come questi: può sembrare superfluo ricordarlo, ma la realtà di tanti professionisti è quella di lavoro e sacrificio senza mai riuscire a salire sul podio. 
Il vincitore ha poi ricordato di avere avuto una primavera problematica per via di un ginocchio che lo ha fermato per oltre due mesi. Il corridore statunitense ha confidato ai presenti di vivere in Europa solo con la moglie, mentre la famiglia si trova negli USA: e senza il loro supporto, ci ha detto, diventa più complicato recuperare nei momenti difficili. Abbiamo allora chiesto all'atleta della EF la differenza tra il ciclismo negli USA e in Europa. Al di là della tradizione, ci ha detto, c'è l'aspetto delle strade, molto diverse: in Italia, soprattutto, ci sono tanti strappi dove si può attaccare, e vi è molta più tattica rispetto alle gare oltre Oceano. Negli USA, ha aggiunto, non si corrono più gare importanti: per chi vuole arrivare ai massimi livelli bisogna, quindi, trasferirsi in Europa. Infine, due parole sul Lombardia di sabato: "sto bene", ha dichiarato lo statunitense, tanto da avere avuto la forza di provare, oggi, un'azione in solitaria. Ma sabato, al via, ci sarà Tadej Pogačar: uno, cioè, che può inventarsi qualsiasi cosa. 
(Foto Keystone)