Calcio
Il City si ribella alla Premier
Il calcio finisce sempre più spesso nei tribunali
Pubblicato il 12.10.2024 04:56
di A. L.
Il Manchester City ha vinto. E festeggia. Aveva una disputa legale con la Premier. La materia del contendere riguardava le sponsorizzazioni, un tribunale ha ritenuto che non siano illegittime. Nello specifico si tratta di accordi tra le società e determinati partner commerciali (il nodo sarebbero i rapporti più o meno chiari tra le parti). Il City ha invitato gli altri 19 club a reagire: “Ribellativi vi stanno ingannando”. La Premier è accusata di essere, eufemisticamente “imprecisa”, a detrimento degli interessi delle squadre. Questa causa non ha niente a che fare con le presunte infrazioni (sono 115) contestate al Manchester, il cui esito si saprà prossimamente. Una pletora di avvocati schierati e una sentenza di oltre 175 pagine. Che tristezza. Ed è inutile procedere in spiegazioni di una materia diventata astrusa. Il calcio è finito nei tribunali. È un gioco che è diventato: una lotta di potere. La legge che diventa la suprema potestà di dominio, che deve dirimere controversie scaturite da quello che dovrebbe essere un divertimento. Il City scende in campo, si vede una squadra di calcio, ma poi arriva il dubbio, i loro successi sono considerati non legittimi. Le sorti del calcio ormai dipendono da bilanci. Un tempo si parlava dei legami tra sport e politica. Tutto superato, era una pastoia del passato. La realtà è andata oltre. Ora si deve raccontare di finanza e calcio. Il conflitto di interessi, in questi casi, è naturale. La strada da percorrere porta direttamente nei tribunali. Il filosofo italiano Giambattista Vico sosteneva che, in generale, la storia umana, intende realizzare degli obiettivi, ma non c'è linearità, lungo la sua traiettoria. Accade, molto spesso, che l'uomo voglia raggiungere un fine, ma le conclusioni sono opposte alle intenzioni. Si chiama: eterogenesi dei fini.
(Foto Keystone)