Calcio
La versione di Marotta
Il presidente dell'Inter spiega come far crescere il calcio italiano
Pubblicato il 12.10.2024 05:09
di Red.
A Trento si sta tenendo il Festival dello Sport, un evento organizzato dalla Gazzetta. Tra gli ospiti anche il Presidente dell'Inter, considerato uno dei migliori dirigenti d'Italia e non solo. La sua carriera è costellata di successi, abbina competenza e realismo. Le parole di Giuseppe Marotta sono nette: “Il sistema non ci rispetta”. Si riferisce alla politica, che non ascolta le esigenze di un movimento importante, che dovrebbe essere maggiormente protetto e garantito. Sottolinea: “Come contribuenti versiamo un miliardo all'anno”, una cifra rilevante e sostanziosa. La rivendicazione è chiara: “Siamo qui a chiedere un sistema legislativo che riconosca il calcio”. Per essere competitivi servono risorse, altrimenti ci si deve affidare alle “variabili”, e l'ingresso in Champions è fondamentale. Secondo Marotta la nota dolente è la “burocrazia”, la conseguenza è la mancata costruzione di impianti all'altezza, capaci di incrementare i ricavi, la realtà racconta che sotto questo aspetto: “Siamo in Europa il fanalino di coda”. Risultato: “Lentezza e sfiducia da parte di chi vuole investire”. Sostiene che il calciatore debba essere inquadrato giuridicamente in maniera diversa, e non possa considerato alla stregua di un lavoratore 'normale', in ragione del suo stipendio, il tipo di contratto dovrebbe essere riconsiderato. E dove va il calcio? Si dice “testimone di un'evoluzione”. Fa notare: “Ho vissuto il modello del mecenatismo e quello dell'imprenditorialità vera”. L'ingresso dei fondi di investimento è necessario e, quasi, provvidenziale. Non c'erano alternative. Se non fossero arrivati si “Andava verso il default, meno male che ci sono”. Ergo: gli stranieri sono benvenuti, e dovrebbero essere aiutati, dovrebbero poter operare in un contesto più adeguato ai cambiamenti in atto. Il quadro legislativo ha l'obbligo di considerare questi elementi.
(Foto Keystone)