È
stato l'indimenticato direttore sportivo del Grande Lugano, Fausto
Senni ha conosciuto molto bene Geo Mantegazza, un legame
che si strinse non solo sotto il profilo professionale, ma andò
oltre. Senni lo abbiamo incontrato presso la Residenza Paradiso
e gentilmente si è lasciato trasportare nel passato, per parlare di
un periodo intenso e bellissimo.
Il vostro incontro.
“Ero un appassionato di calcio e lo vedevo giocare quando militava nel Rapid, era una conoscenza a distanza”.
“Ero un appassionato di calcio e lo vedevo giocare quando militava nel Rapid, era una conoscenza a distanza”.
Il
suo ingresso nel mondo dell'hockey.
“La situazione della società era critica. Lui era uno sportivo. E subentrò a Bruno Ronchetti. Le difficoltà finanziarie erano evidenti. Io rimasi come dirigente. E intuì che si poteva impostare un progetto credibile”.
“La situazione della società era critica. Lui era uno sportivo. E subentrò a Bruno Ronchetti. Le difficoltà finanziarie erano evidenti. Io rimasi come dirigente. E intuì che si poteva impostare un progetto credibile”.
Il segreto dei successi.
“Ci vollero volontà, determinazione, competenza e tanta passione. Scegliemmo le persone giuste. Il suo progetto era ambizioso, fare parlare del Lugano a livello Nazionale”.
“Ci vollero volontà, determinazione, competenza e tanta passione. Scegliemmo le persone giuste. Il suo progetto era ambizioso, fare parlare del Lugano a livello Nazionale”.
Quali
erano i vostri rapporti?
“L'intesa fu immediata. Io seguivo la squadra in trasferta. Poi dovevo mediare tra lui e John Slettvoll. L'ambiente si caricava molto. Con il Presidente avevo un dialogo costante e costruttivo”.
“L'intesa fu immediata. Io seguivo la squadra in trasferta. Poi dovevo mediare tra lui e John Slettvoll. L'ambiente si caricava molto. Con il Presidente avevo un dialogo costante e costruttivo”.
Arrivarono
i titoli.
“Fu una soddisfazione enorme. Raggiunse il suo obiettivo: rendere orgogliosa la città e il Cantone intero. Il lavoro di tanti anni ebbe il suo premio. Tutta la Svizzera ammirava il Lugano”.
“Fu una soddisfazione enorme. Raggiunse il suo obiettivo: rendere orgogliosa la città e il Cantone intero. Il lavoro di tanti anni ebbe il suo premio. Tutta la Svizzera ammirava il Lugano”.
Cosa
rimane del personaggio?
“Non ho dubbi: è stato il più grande Presidente della storia del Lugano. Era un carismatico, era sempre motivato. Nell'ambito professionale, partì da una buona base, ma seppe costruire un impero. Ha cambiato in meglio la vita di tante persone”.
“Non ho dubbi: è stato il più grande Presidente della storia del Lugano. Era un carismatico, era sempre motivato. Nell'ambito professionale, partì da una buona base, ma seppe costruire un impero. Ha cambiato in meglio la vita di tante persone”.
E
a lei personalmente?
“Avevamo una stima reciproca. Ho avuto l'opportunità di vivere un'avventura straordinaria. Mi rimangono ricordi indelebili e stupendi. E anche sul piano umano mi ritengo fortunato ad averlo conosciuto. È stato una parte importante della mia vita. Idealmente lo saluto affettuosamente: ciao Geo”.
“Avevamo una stima reciproca. Ho avuto l'opportunità di vivere un'avventura straordinaria. Mi rimangono ricordi indelebili e stupendi. E anche sul piano umano mi ritengo fortunato ad averlo conosciuto. È stato una parte importante della mia vita. Idealmente lo saluto affettuosamente: ciao Geo”.
Lasciamo
Fausto Senni seduto sulla sedia, negli occhi percepiamo commozione e
sollievo, alle sue spalle ci sono delle targhe che rammentano il suo
glorioso passato sportivo, che riguarda una persona, una squadra, una
città, un Cantone. La storia è stata scritta, sarà raccontata,
sarà narrata. Lo salutiamo e sembra volerci dire: è stato bello esserci.
(Foto Cdt/Demaldi)