Il
ciclismo sta per entrare in letargo. Il Giro di Lombardia chiude una
stagione intensa e storica. Tutti gli occhi sono puntati su Tadej
Pogacar, lo sloveno proverà a vincere ancora e a conquistare una
classica monumento. In conferenza stampa ha risposto a domande
scomode, su un tema che tiene sempre banco: il
doping. Un sospetto che puntualmente aleggia sul mondo delle due
ruote. Lo sloveno è perentorio: “Il ciclismo è vittima del suo
passato, ma sarebbe stupido mettere a rischio la propria salute per una di
carriera di alcuni anni”, l'accusa è rivolta a Lance Armstrong e a una
generazione che hanno minato la credibilità della disciplina. È
consapevole: “Ci saranno sempre gelosie e sospetti, non posso
farci nulla. Storie di dominio ce ne sono ovunque. Dura qualche anno,
finché arriva un nuovo talento”. Ma il campione del mondo
sottolinea: “Se metti a rischio la tua salute per 10 anni di
carriera, è come buttare via la tua vita: non voglio correre il
rischio di ammalarmi”. Sullo stesso argomento si è espresso,
il team manager della UAE Team Emirates, Mauro Gianetti:
“Sul doping? È giusto
mantenere alta l'attenzione e combattere il fenomeno, ma Pogacar
e questa generazione hanno ampiamente dimostrato di essere atleti
forti, seri e corretti”.
(Foto Keystone)