SCI
Braccio di ferro tra Federazioni e FIS
Germania e Austria uniti nella guerra per i diritti di commercializzazione: e la Svizzera?
Pubblicato il 12.10.2024 04:26
di Giorgio Keller
Non c’è nulla di nuovo nella considerazione che le federazioni sportive si sentano onnipresenti su tutto quanto accada nel loro sport, ma soprattutto e volentieri plenipotenziari non solo su questioni sportive, ma spesso anche giuridiche. E molto spesso – i diversi casi della FIFA ce lo insegnano – andando al di là di semplici leggi di diritto sul lavoro, di quello europeo oppure urtando il codice delle obbligazioni. Quello del calciatore Bosman, un esempio su tutti.
Stavolta tocca alla FIS, la Fédération Internationale du Ski, da sempre accasata nel Canton Berna, prima a Gümligen, oggi a Oberhofen sul Lago di Thun. La federsci nazionale tedesca (DSV, Deutscher Ski-Verband) infatti ha ottenuto un importante successo legale nella sua disputa con la FIS sui diritti di commercializzazione degli eventi di Coppa del Mondo di sci, che la FIS, appunto, voleva centralizzare a dispetto delle diverse federazioni nazionali.
Il Tribunale regionale di Monaco 1 ha accolto in larga misura la richiesta di ingiunzione temporanea presentata dal DSV. La decisione della FIS di commercializzare i diritti mediatici e di marketing a livello centrale è stata classificata dal tribunale come una violazione della legge antitrust europea e non potrà quindi essere attuata.
Nell'aprile 2024, la FIS aveva deciso che la commercializzazione delle Coppe del Mondo di vari sport invernali non sarebbe più stata organizzata dalle federazioni nazionali, ma a livello centrale dalla federazione mondiale. Il tribunale ha stabilito che questa decisione costituisce una restrizione illegale della concorrenza. Il tribunale ha stabilito che questa decisione costituiva una restrizione illegale della concorrenza, sostenendo che la FIS stava sfruttando la sua posizione dominante sul mercato e che le federazioni nazionali erano costrette a stipulare accordi con la federazione mondiale per poter continuare a organizzare le competizioni.
Il tribunale ha inoltre respinto l'argomentazione della FIS secondo cui il diritto antitrust europeo non sarebbe applicabile al caso in questione e il tribunale di Monaco non sarebbe competente. Insomma: palle di neve in faccia.
La federazione austriaca (ÖSV) aveva già intrapreso un'azione legale contro la FIS prima dei tedeschi. Lo scorso giugno, l'ÖSV ha intentato una causa a Vienna e la prima udienza è prevista per la fine di questo mese. Naturalmente si possono ben capire gli austriaci che “posseggono” le gare di Kitzbühel, che quanto a popolarità (e ricchezza) sono quello che è Monte Carlo per la Formula 1, come scrive il sito orf.at.
Le rappresentative nazionali DSV e ÖSV, di principio non sono fondamentalmente contrarie alla commercializzazione centralizzata e ritengono che questo passo sia strategicamente sensato. Tuttavia, criticano l'approccio della FIS sotto il suo presidente anglosvedese Johan Eliasch che, appunto, si sente un tantino plenipotenziario. Eliasch vinse l’elezione a danno del presidente elvetico, Urs Lehmann, ma a mo’ di postilla non dimenticheremo che furono proprio gli austriaci a sostenerlo – per poi pentirsene.
Le federazioni chiedono un maggiore coinvolgimento nell'assegnazione e nell'organizzazione dei diritti di commercializzazione, non essendo ancora convinte che la riforma prevista porterà loro vantaggi decisivi. Per il momento la federazione della neutrale Svizzera non si è ancora esposta a dei commenti, ma difficilmente Swiss-Ski molla i diritti su Wengen, Adelboden o Crans-Montana. E tra Muri e Oberhofen ci sono ancora i crepacci attorno alle gare di discesa ai piedi del Cervino da chiudere.
(Foto Keystone)