CICLISMO
Pogacar,sempre e solo lui
Lo sloveno domina anche il Lombardia: imbarazzante il suo strapotere
Pubblicato il 12.10.2024 19:34
di Silvano Pulga
Vittoria, la quarta consecutiva (eguagliato il primato di Fausto Coppi) per lo sloveno Tadej Pogačar, dopo una fuga in solitaria di 48 km: solo il nostro Tony Rominger aveva fatto meglio, nel 1989 (113 km) Dietro di lui, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) a 3'16" e terzo il sorprendente Giulio Ciccone della LIDL - Trek a 4'31". Qualcuno, alla vigilia, sosteneva che a questa edizione del Lombardia mancasse la salita in grado di fare la differenza: troppo pedalabili, e troppo lontane dall'arrivo, quelle del Ghisallo dalla parte di Barni (quella meno impegnativa) e della Colma di Sormano presa dalla parte opposta del celeberrimo Muro, che tanti appassionati ticinesi hanno sfidato, almeno una volta.
Invece è stata una corsa appassionante, risparmiata per fortuna dal maltempo, e che ha visto, come scrivevamo sopra, l'ennesimo capolavoro di Tadej Pogačar, il quale non ha più neppure bisogno di nascondersi: è partito dove tutti lo aspettavano, sulla salita della Colma al termine di un poderoso lavoro del nostro Marc Hirschi e di Pavel Sivakov, al fianco del capitano nel momento chiave della corsa, che lo avevano riportato sul gruppo dei fuggitivi, raggiunti dopo un'azione durata circa 160 km, nella quale avevano ottenuto un vantaggio massimo di oltre 4'. 
Dalla cima della Colma di Sormano in poi è stato un meraviglioso duello, a volte anche sul filo dei 70 km/h, tra il campione del mondo in carica e quello olimpico, il belga Remco Evenepoel, quasi come fosse una gara a cronometro, con il fiammingo, campione olimpico e mondiale di specialità, a provare a rincorrere lo sloveno, entrambi al ritmo di 100 pedalate al minuto: uno spettacolo. 
A prevalere, manco a dirlo, il campione del mondo, con la decisiva stoccata sulla salita di San Fermo, vicina al confine con la Confederazione. Quarta vittoria consecutiva al Lombardia come Fausto Coppi, primo della storia a vincere Giro, Tour, Mondiale e Lombardia nello stesso anno: una classifica che non esisteva ancora. Ma, ormai, per questo campione, bisognerà cambiare le prospettive.
Tanta emozione, a fine gara, per il fenomeno del ciclismo di questo momento, anche se i paragoni si sprecano, scomodando tutti i grandi del passato. E, soprattutto, il riconoscimento del lavoro fatto dai suoi, Marc Hirschi in testa: "Ogni vittoria è speciale, ma quella di oggi è figlia soprattutto del grande lavoro fatto da tutta la squadra. La fuga all'inizio era ben organizzata, era importante che non prendesse troppo vantaggio, e questo è accaduto grazie al team, che è sempre rimasto davanti a mantenere l'andatura. Una volta raggiunti i battistrada, sono partito dove avevamo pianificato che accadesse: volevo arrivare in cima alla Colma di Sormano con un vantaggio da poter difendere negli ultimi 40 km. Ho spinto tanto, anche se, nel finale mi sono voluto godere l’abbraccio del pubblico. So che molti mi considerano il più forte di tutti i tempi: la cosa mi lusinga, ma i conti li faremo quando smetterò di correre." Abbiamo poi chiesto al vincitore due parole sulla gara di Marc Hirschi: "Sono stati bravi tutti, non potrei dire che uno ha fatto meglio dell'altro. Mi spiace solo che nessuno di loro sia riuscito a salire sul podio."A mantenere la promessa che ci aveva fatto a Borgomanero, dopo la vittoria al Gran Piemonte, è stato invece Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Lo statunitense, infatti, ci aveva detto, a fine gara, giovedì, che sarebbe arrivato nei primi 10; ed è, infatti, giunto ottavo, a +4’58”: giustificato il suo urlo di gioia, quando ci ha trovato sul traguardo, dopo che ci eravamo salutati a Bergamo, al palco della firma.
(Foto Keystone)