Per
il tennis si è aperta un'altra epoca. Nadal ha annunciato il suo
ritiro, resiste strenuamente Djokovic. Il futuro è cominciato, si
assisterà a un grande duello: quello tra Sinner e Alcaraz. La
generazione intermedia composta da Zverev, Medvedev, Tsitsipas
proclama ambizioni, ma manca di determinazione e forza mentale, è
quest'ultima che fa la differenza. L'italiano capeggia la classifica,
i risultati indicano che è il numero 1 al mondo. Dopo la finale
disputata a Shanghai, Djokovic è stato chiaro: “Sa come mettere
pressione agli avversari, cercando di togliere tempo, ricorda me”,
secondo il serbo: “Cerca di soffocare i rivali, come ho sempre
fatto io”, conclude: “È quello che ho fatto per tanti
anni, giocare un tennis ad alto ritmo”.
Sinner è felice, battere un campionissimo, capace di vincere 24
Slam, non è mai semplice, spiega: “È una leggenda del
nostro sport, e sono molto contento di questa vittoria”.
Alla partita hanno assistito Roger Federer, Carlos Alcaraz, Juan
Carlos Ferrero, una tribuna davvero molto speciale. Djokovic ha salutato lo
svizzero: “È la prima volta che sei a una mia partita e
non ti devo affrontare”. Tutto
bene? Macché. Il tennis si trova alle prese con uno scenario tutto
da decifrare. La Triade ha portato alla disciplina una grandissima
popolarità. I tre avevano carisma, personalità e lo
spettacolo era assicurato. Sinner e Alcaraz non hanno rivali
credibili. Il gioco si è standardizzato, serve il servizio, bisogna
sfoderare colpo pesanti. Molti tennisti faticano a rimanere nel
circuito che conta. I costi per arrivarci sono esorbitanti. E poi c'è
la questione Sinner-Wada. Luci e ombre, torti e ragioni, la questione
è fuori controllo. In teoria l'italiano rischia una squalifica tra 1
e 2 anni. È tutto surreale e imbarazzante. Poco importa come finirà,
il danno di credibilità è già stato fatto.
(Foto Keystone)