L'European
Leagues (che raggruppa le leghe nazionali), la FIPro (il sindacato
che rappresenta i calciatori), e Javier Tebas (presidente della Liga)
si sono rivolte alla Commissione Europea. Hanno presentato una
denuncia contro la FIFA. L'attacco è epocale e clamoroso. Il calcio
finisce di nuovo in tribunale. Si battono contro
“un'imposizione unilaterale” e di un calendario che li
“danneggia”. Mettono sotto accusa il massimo organismo
internazionale in maniera decisa, specie dopo il varo del Mondiale
per club. A Bruxelles hanno presenziato a un apposito evento. Tutto è
cominciato con un video: con i rilievi di Rodri; le lamentele di
Mbappé; De Bruyne che pronuncia la famosa frase: “Alla fine,
sono solo i soldi che parlano”. “Adesso basta”, ha
ripetuto Mathieu Moreuil, direttore delle relazioni internazionali
della Premier. L'invettiva riguarda un calendario saturo, che non
lascia spazio di manovra ai campionati nazionali. L'attacco non è
solo contro la FIFA, ma anche contro l'UEFA, perché “fanno
quello che vogliono”. Nello specifico, nella conferenza stampa,
la denuncia sottolinea “il conflitto di interessi della FIFA in
quanto organizzatore di competizioni e organismo di
regolamentazione”, evidenziano “l'assenza di procedure
adeguate e la mancanza di dialogo”, e tutto questo “viola
la legislazione dell'Unione Europea” in relazione alla libera
concorrenza. E aggiungono che le troppe partite mettono “a
rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori”, e
costituiscono un serio problema per “la sostenibilità economica
e sociale di importanti competizioni nazionali”. Un documento
dettagliato, che punta il dito contro l'abuso “di una posizione
dominante”. Tebas è convinto che l'Unione Europea darà ragione ai
ricorrenti. E proclama: “Per me ci sono due giorni storici. Uno
quando è stata fermata la Superlega, l'altro oggi (si riferisce
al 14 ottobre)”.
(Foto Keystone)